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6 Apr 2021 [16:30]

Una power unit Honda al top:
l'arma in più per la Red Bull

Jacopo Rubino

Nella caccia al titolo di Formula 1, la Red Bull e Max Verstappen quest'anno dispongono di un'arma in più: una power unit Honda competitiva come non mai, migliorata sotto ogni punto di vista. Gli ingegneri giapponesi hanno mantenuto le promesse fatte, realizzando un motore che appare ormai vicinissimo a quello marchiato Mercedes, il riferimento della categoria. Secondo alcuni ben informati, il divario di potenza sarebbe di appena 5 cavalli. Anzi, in qualifica il V6 Honda potrebbe essere addirittura superiore grazie a una gestione più efficiente del recupero di energia, per quanto visto in Bahrain ed ammesso da Toto Wolff, team principal dei campioni in carica.

"Sono sorpreso? In realtà no. Credo che la Honda sia un'azienda con grande orgoglio ed ero convinto che avrebbero dato il massimo per l'ultimo anno da fornitori ufficiali. Non hanno lasciato nulla di intentato, per finire l'opera come si deve. Per noi è uno stimolo e sono contento per loro", ha riconosciuto sportivamente il manager austriaco.

La specifica ora sotto al cofano della RB16B e dell'AlphaTauri AT02, che a sua volta beneficia di questi progressi nella lotta a centro gruppo, era quella pensata inizialmente per il 2022. Anticiparne l'introduzione ha richiesto uno sforzo enorme, per essere pronti in appena sei mesi, ma è stato ritenuto indispensabile per contrastare la Mercedes.

I tecnici nella sede di Sakura sono intervenuti in modo massiccio sulla parte termica e sul turbo, per aumentare l'efficienza della combustione, e hanno affinato il sistema ibrido. Ma non si sono cercate solo le prestazioni: ridisegnando l'albero a camme, ad esempio, il 6 cilindri nipponico è stato ridotto negli ingombri e ha un baricentro più basso, a vantaggio del pacchetto nel suo insieme. Per Adrian Newey, dt della Red Bull notoriamente molto sensibile a questi aspetti, è stata senza dubbio una splendida notizia.

"Quando il motore è installato nel telaio, il flusso d'aria all'interno della macchina è aumentato. In altre parole, è d'aiuto anche all'aerodinamica. È difficile avere numeri esatti su quando sia cresciuta la downforce, e quanto guadagno nei tempi ci sia stato, ma Newey ha ringraziato per questa power unit più compatta", ha confermato il responsabile Toyoharu Tanabe. In più, così come nei collaudi al banco, l'affidabilità è stata subito buona anche in pista.

È incredibile ripensare al 2015, quando la casa del Sol Levante era appena rientrata in F1 legandosi alla McLaren per una collaborazione rivelatasi disastrosa, complici forse pretese eccessive avanzate a Woking. Quelle batoste però sono servite, anche per cambiare metodi e riorganizzarsi, e oggi il recupero sugli avversari può dirsi compiuto: peccato che i vertici Honda, in nome di altri obiettivi aziendali, abbiano deciso per il ritiro a fine anno. Ma c'è davanti un intero campionato da disputare, con l'obiettivo di congedarsi da vincitori.

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