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13 Feb [13:48]

Verstappen, il ragazzo terribile
che fa paura a Hamilton e Vettel

Massimo Costa

Sarà l'anno di Max Verstappen, il baby prodigio, il talento senza confini, ma anche il ragazzino impudente che tante belle cose è riuscito a costruire in questo suo primo scorcio di carriera e tante altre ne ha distrutte come niente fosse? Verstappen ha litigato con mezzo paddock, si è guadagnato la palma dell’arroganza e della superbia in più di una circostanza, ha commesso errori che hanno danneggiato le corse degli altri piloti, non ha mai chiesto scusa, ha offeso piloti cui dovrebbe portare rispetto, ha eliminato in due occasioni il compagno di squadra. Tutto questo in un arco di tempo relativamente breve nel quale ha stravolto i canoni di una F1 che, a parte Hamilton, fatica ad avere personaggi con spiccata personalità.

Arrivato nel Mondiale ancora minorenne, l’olandese figlio d’arte ha subito impressionato con la Toro Rosso e quando è salito sulla Red Bull ha saputo vincere alla prima occasione ottenendo fino ad oggi cinque successi e altri diciassette piazzamenti da podio. Coinvolgendo emotivamente una intera nazione, la sua Olanda, e milioni di ragazzi della sua generazione che lo hanno trasformato rapidamente in un idolo, il coetaneo impavido che si fa beffe dei campioni affermati, il ragazzino piombato nel mondiale con un solo anno di monoposto nelle categorie propedeutiche e subito capace di scolpire pagine pesanti nel libro della F1.

Ma i momenti difficili non sono mancati e, come abbiamo scritto più volte, Verstappen rischiava di rimanere aggrovigliato su se stesso. Schiacciato dal compagno di squadra Daniel Ricciardo e dalla propria testardaggine nel volere interpretare le corse, le qualifiche, le sessioni di prove libere, sempre e solo in una unica maniera: a testa bassa fregandosene di tutto e di tutti. Quante volte gli abbiamo sentito dire, nonostante gli errori evidenti, che non avrebbe cambiato il suo stile di guida? Perpetuando così la lunga lista di esagerazioni, di incidenti, di pessima gestione delle gomme in gara.

Però, tutto ciò si alternava a momenti di grande guida e risultati eccezionali. Serviva una svolta a Verstappen, un episodio che lo portasse a capire che non sempre è necessario guidare al 110 per cento. Se avesse fatto quel passetto in avanti a livello mentale, molte cose sarebbero cambiate per lui e in positivo. Il momento preciso in cui le sue convinzioni hanno subìto una profonda rivisitazione si è verificato lo scorso maggio nel Principato di Monaco.

La Red Bull nelle prove libere stava dimostrando una schiacciante superiorità e non c’erano dubbi sul fatto che la prima fila sarebbe stata acchiappata da loro due, Ricciardo e Verstappen. Che un mese prima erano stati protagonisti in negativo di quel bruttissimo contatto a Baku. Nel terzo turno libero monegasco, Verstappen nel tentativo inutile di battere il compagno di squadra, ha picchiato in uscita dalla variante delle Piscine. Un bel botto che gli ha impedito di partecipare alla qualifica. E il suo mondo è crollato perché da una possibile pole position si è ritrovato ultimo facendo sbottare, una volta tanto, Helmut Marko e compagnia.

Ecco, quella dura lezione è stata decisiva perché da quel weekend di fine maggio a Montecarlo, con la pole e la gara finite nelle mani di Ricciardo, l’olandese ha modificato ampiamente il proprio approccio e stile di guida. Anche se, in realtà, lo ha sempre negato con energia. Ma il Verstappen post Monaco è apparso molto più attento, più rispettoso degli avversari e della macchina, e guarda caso non ha praticamente più commesso errori determinanti. Se proprio vogliamo andare a vivisezionare la sua seconda parte della stagione 2018, l’unica ombra l’ha commessa a Monza con Bottas, rifilandogli una inutile sportellata alla staccata della prima variante che gli è costata una penalità.

Il “vecchio” Verstappen aveva fatto capolino, ma è prontamente rientrato. E si noti, che col suo nuovo stile di guida, Max non ci ha per nulla perso in quanto a prestazioni e questo lo ha convinto ancora di più di aver imboccato la giusta via. Non è un caso che dal GP del Canada, successivo a quello di Monaco, Verstappen abbia raccolto due vittorie e sei piazzamenti a podio trasformando il suo 2018, recuperando il divario di punti da Ricciardo (travolto dai guai) superandolo di slancio e battendolo spesso e volentieri in qualifica. Gli manca ancora la conquista della pole e pensava di poter togliere quell’antipatico zero in Messico, finché il suo compagno di squadra non gli ha rovinato tale gioia beffandolo per 26 millesimi. Verstappen si è complimentato con Daniel, ma ci è rimasto malissimo e non ha nascosto che la notte non ci ha dormito. Non sono ancora perfetto deve avere rimuginato girando su e giù nella sua stanza dell’hotel, un’altra piccola, ma importante lezione.

Ma la vendetta è arrivata poche ore dopo, in gara, con una partenza fulminante e una gran staccata tirata ad Hamilton. Ma pulita, senza accompagnare l’avversario fuori pista come avrebbe fatto soltanto un anno prima (vedi Vettel), perché ormai ha capito che non c’è bisogno di essere sempre “sporchi” per avere ragione di un avversario e che, anzi, è ancora più bello riuscirci in maniera corretta. Da lì, Max è volato verso il suo quinto successo in carriera, una corsa disputata con grande intelligenza tattica, conservando a meraviglia il degrado delle gomme.

E allora sì, questo Verstappen è realmente il terzo incomodo nel confronto che sicuramente anche questa stagione vedrà opposti Hamilton e Vettel, i quali sanno bene che l’olandese sarà un pessimo cliente se la Red Bull a motore Honda viaggerà come le loro Mercedes e Ferrari. Già, l’incognita è racchiusa tutta in quel nome, Honda. Verstappen ha criticato, anche troppo e con poco stile, la power unit Renault durante il 2018 e in Red Bull non fanno altro che beatificare il lavoro e lo sviluppo che i giapponesi stanno facendo per permettere alla Red Bull di lottare ad armi pari con i rivali. I guai che ha vissuto la Toro Rosso con la Honda però, lasciano qualche perplessità. Verstappen “sente” che non ha dubbi, con la Honda potrà sfidare ad armi pari Hamilton e Vettel. Diciamo la verità, ce lo auguriamo tutti.