14 Giu 2025 [13:16]
Intervista ad Apriletti: “Noi di
Peugeot in difficoltà nelle qualifiche,
in gara puntiamo ad essere più veloci”
Da Le Mans - Michele Montesano
Nella tana del Leone c’è un po’ di Italia. Ci troviamo nel box Peugeot, dove si continua febbrilmente a lavorare in vista della 24 Ore di Le Mans. A studiare attentamente i dati della 9X8 LMH numero 94 c’è Ruggero Apriletti. L’ingegnere di Forlì è infatti il Race Engineering della vettura numero 94 di Stoffel Vandoorne, Loïc Duval e Malthe Jakobsen. Arrivato in forze alla squadra francese all’inizio dell’anno, Apriletti può vantare una vasta un’esperienza nel motorsport, andando dalle monoposto fino al DTM.
Seppur la “sua” Hypercar scatterà dal diciassettesimo posto, l’ingegnere non si perde d’animo. Anzi il lavoro continua incessante fino all’ultimo. Tra lo studio della telemetria, l’analisi dei dati e la simulazione della gara, c’è sempre spazio per poter provare a levare un’ulteriore decimo di secondo sul giro di Le Mans. Seppur il tempo sia prezioso più dell’oro in questi frangenti, Apriletti non si è tirato indietro alle nostre domande.
Cosa non ha funzionato nelle prove e soprattutto in qualifica?
“Sapevamo che a Le Mans, per questioni regolamentari, saremmo stati più in difficoltà rispetto le gare precedenti. Qindi abbiamo cercato di ottimizzare ciò che avevamo a disposizione. Ora è fondamentalmente non fare errori e cercare di migliorare il più possibile”.
Vi aspettavate di partire più avanti in griglia?
“Onestamente no. Pensavamo di essere grossomodo in questa posizione”.
C’è possibilità di migliorare sul passo gara?
“Senza dubbio. Continueremo a lavorare fino all’ultimo momento disponibile prima della gara. Se c’è ancora un decimo da guadagnare ci proveremo fino alla fine. Stiamo analizzando tutte le aree possibili”.
Come lavora il team in una gara come la 24 Ore di Le Mans?
“Se confrontata alle altre gare del FIA WEC, Le Mans ha una dimensione più estesa nel tempo”.
Come ci si prepara in vista della 24 Ore di Le Mans?
“Abbiamo un programma di allenamento specifico. Già normalmente i meccanici provano i pit-stop in officina, inoltre il simulatore, i giorni di test e le prove libere servono per provare studiare possibili scenari che possono accadere in gara. L’obiettivo è quello di non farsi trovare impreparati durante la corsa”.
A tal proposito, come si gestisce un imprevisto in pista?
“Innanzitutto con molta calma. Poi bisogna capire cosa sta succedendo, analizzando la telemetria per sapere dove intervenire. La nostra priorità è sempre quella di avere la vettura in condizioni di poter finire la corsa”.
Qual è il suo ruolo durante la gara?
“L’ingegnere di macchina deve coordinare l’intero gruppo di lavoro attorno all’auto. Osserviamo ciò che sta succedendo in termini di evoluzione di gara e il corretto funzionamento della vettura, sotto il punto di vista della performance, dell’affidabilità e della strategia. Tutto questo viene coordinato tra i due gruppi di lavoro delle due Hypercar in pista. Confrontando il lavoro si cerca di ottimizzare il risultato dell’intero team Peugeot”.
Come gestisce il suo lavoro?
“C’è un pool di ingegneri in cui ciascuno si occupa di un’area specifica: performance, motore, cambio parte ibrida, strategia. L’ingegnere di macchina riceve tutte queste informazioni per poi dialogare con il pilota tramite radio. Alla base di tutto il nostro lavoro c’è la telemetria, tutti gli ingegneri sono collegati e hanno la possibilità di analizzare i dati, di propria pertinenza, in tempo reale. Si lavora all’unisono per ottimizzare le performance della vettura sia, ad esempio, sulla prestazione che per ottimizzare l’uso degli pneumatici. Tutti questi dati vengono poi passati al pilota”.
Com’è vivere e affrontare la 24 Ore di Le Mans?
“Personalmente, lavorando in Hypercar, devo dire che è sicuramente impressionante. Non si tratta più semplicemente di una competizione di pura Endurance. Perché se in passato si poteva essere più conservativi, oggi bisogna ottimizzare la performance per avere un passo gara veloce, il tutto senza fare errori”.