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6 Lug [13:58]

50 punti buttati in 5 gare:
Leclerc paga le mancanze Ferrari

Jacopo Rubino

Dieci Gran Premi della stagione 2022 di Formula 1 sono già andati in archivio, e il cammino di Charles Leclerc è spaccato a metà: quasi tutto bene, anzi benissimo, nei primi cinque weekend, con l'unica macchia del testacoda a Imola, che lo ha fatto poi chiudere sesto; da Barcellona, invece, una serie di episodi negativi è costata al pilota Ferrari punti pesanti nel Mondiale, con la leadership sfuggita di mano. E senza colpa alcuna. Dopo la gara di Montreal, il ritardo in classifica da Max Verstappen era salito a 49 punti, ma il monegasco sdrammatizzava: "Due vittorie ed è fatta...", riferendosi alla rimonta. Dopo Silverstone il gap è sceso a 43, ma l'elenco dei "se" e dei "ma" si è allungato. E comunque fra di loro in campionato resta sempre in mezzo Sergio Perez, l'altro alfiere Red Bull.

Riavvolgiamo il nastro: al Gran Premio di Spagna, Leclerc stava dominando quando è stato costretto al ritiro per un problema tecnico. Era in testa nella sua Monaco, quando il muretto di Maranello si è fatto cogliere impreparato nel scegliere la sua strategia, con la pista ad asciugarsi. E si è ritrovato quarto. Ancora affidabilità traditrice in Azerbaijan, con ritiro e necessità di sostituire le componenti della power unit in Canada, quindi partenza dall'ultima fila e rimonta in quinta piazza per limitare i danni.

E poi, la domenica Gran Bretagna: quando è intervenuta la safety-car per lo stop di Esteban Ocon, Leclerc era al comando, assunto dopo un'attesa troppo lunga per impartire ordini al compagno Carlos Sainz di dare strada, dato che lo spagnolo in quella fase era meno veloce. O si decide, o non si decide, ma in fretta. Quando è scattata la neutralizzazione gli strateghi Ferrari hanno ritenuto più saggio di non chiamare ai box la vettura numero 16 per montare un set di gomme morbide, come fatto per Sainz e dagli altri avversari. La spiegazione poi addotta dal team principal Mattia Binotto, peraltro, non convince ("il buon senso dice di dare priorità a chi sta davanti perché non perda posizioni in pista").

Al restart Leclerc nulla ha potuto fare per tenere dietro Sainz, che ha preso il largo verso il primo trionfo in F1, ma con gomme hard usate si è difeso in modo epico per tenersi almeno la quarta posizione. La stessa di Montecarlo. I punti recuperati su Verstappen, incappato in una giornata no per i problemi al fondo, sono stati quindi solo 6. Meglio che niente, ma poca roba di fronte alle circostanze. È stato un jolly sfruttato a metà, almeno per quanto riguarda la graduatoria piloti.



Con un calcolo a spanne, Leclerc negli ultimi 5 Gran Premi ha visto sfumare 50 punti, senza più salire sul podio, e su di lui ne ha recuperati 40 Sainz, ora a -11. Tra guasti, tattiche sbagliate, e a forza di aspettare a stabilire gerarchie figlie del cronometro e del quadro generale, la Ferrari è oggi sulla soglia di non poter dare più ordini per davvero: Sainz, in crescita di feeling con la F1-75, rinvigorito dalla prima pole e dalla prima affermazione in F1 (e questo per la Rossa è ovviamente positivo), può pretendere pari trattamento e può innescarsi una spaccatura interna al box per nulla d'aiuto.

Il tutto mentre la Red Bull bada sempre al sodo e, quando serve, Perez deve fare spazio a Verstappen. Nel prossimo round in Austria, se per il monegasco capitasse qualcosa di storto, di nuovo, potrebbe esserci persino il sorpasso in classifica. Lì ogni schema salterebbe: questo non per sminuire Sainz, ma per sottolineare come la Ferrari non abbia messo nelle condizioni giuste il suo pilota più avanti in graduatoria, e in modo ripetuto.

C'è poco da obiettare a Leclerc fino in questo 2022: micidiale in qualifica (6 pole su 10), incisivo in gara, entusiasmante nei duelli. Peraltro, in questi mesi ha mostrato almeno in pubblico una bella tempra di fronte a ricorrenti delusioni, segno di una maturazione psicologica rispetto agli anni passati. "Non vorrei che il focus fosse sulla mia delusione, rispetto alla prima vittoria di Carlos, ma non posso nasconderla", ha però confessato a caldo, come umano che sia. Il rischio di perdere grinta, oltre che punti, di fronte ad altre batoste e poca tutela dalla squadra non è da escludere. Vediamola così: sarebbe un test per misurare quanto è forte questo Leclerc, ma per il Cavallino sarebbe conveniente evitarlo.