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5 Mar 2024 [2:24]

Ben Sulayem investigato per
l'esito del GP di Jeddah 2023

Massimo Costa - XPB Images

Non c'è che dire, se i risultati in pista dei Gran Premi di F1 sono quanto meno scontati per via del dominio Red Bull, il paddock si sta impegnando per tenere vivo l'interesse in altra maniera. Durante l'inverno ci aveva pensato il presidente FIA Ben Sulayem con una assurda indagine nei confronti di Susie Stoddart che aveva coinvolto il marito Toto Wolff per un presunto conflitto di interessi che non ha trovato nessuna conferma (Susie è nella governance della F1 Academy per sole ragazze), poi è scoppiato il caso relativo alle presunte molestie di Christian Horner nei confronti di una dipendente Red Bull, ora è di nuovo Ben Sulayem a finire nel vespaio delle polemiche. In mezzo, un rapporto sempre più in crisi con Liberty Media, culminato con la diversità di opinioni sull'ingresso in F1 del team Andretti.

Cosa ha combinato questa volta Ben Sulayem, numero 1 della FIA dal 2021? In occasoine del Gran Premio di Jeddah del 2023, il presidente sarebbe personalmente intervenuto per far togliere una penalità di 5" a Fernando Alonso, che grazie a quel magnanimo gesto, da quarto si era ritrovato terzo. A rivelarlo, la BBC che ha ricevuto la dritta da una fonte anonima, a quanto pare molto di moda in questi giorni nel mondo della F1, vedi le chat private tra Horner e la donna che lo ha accusato di molestie, arrivate in maniera anonima sulle mail di giornalisti, uomini di Liberty Media e FIA.

Ma cos'era accaduto a Jeddah lo scorso anno. Alonso si era piazzato terzo al traguardo, ma poco dopo aveva ricevuto una seconda penalità di 5" perché era stato notato che, mentre lo spagnolo della Aston Martin stava scontando una prima penalità di 5" in corsia box per posizionamento non corretto in griglia di partenza, un meccanico aveva toccato con una mano la monoposto, cosa vietata dal regolamento.

L'Aston Martin aveva presentato ricorso, accolto dai commissari sportivi e dunque la coppa del terzo posto era tornata ad Alonso. Promosso terzo dopo la penalità allo spagnolo, era stato George Russell. Tutto sembrava nella logica delle cose. Ma ora, la BBC rivela che una volta appreso della penalità ad Alonso, Ben Sulayem avrebbe alzato il telefono e composto il numero del vicepresidente della FIA per lo sport per la regione del Medio Oriente e del Nord Africa, lo sceicco Abdullah bin Hamas bin Isa Al Khalifa, per far revocare la incriminata penalità finale. Tale sceicco era presente a Jeddah ed avrebbe fatto valere il proprio "peso" facendo cancellare quei 5" affibbiati ad Alonso.

C'è poi un giallo. L'anonimo che ha inviato la informazione alla BBC, si basa sul rapporto stilato a Jeddah da Paolo Basarri, italiano, che ricopre il ruolo di responsabile della conformità degli atti in pista. Basarri ha scritto il suo rapporto in lingua inglese ovviamente, e il giallo è rappresentato da una parola riportata dal funzionario (to pretend) che potrebbe avere indotto a una incomprensione sulla reale volontà richiesta da Ben Sulayem ad Al Khalifa.

Sulla vicenda, decisamente incresciosa, si esprimerà il comitato etico della FIA. 

Non può non tornare in mente la vicenda del GP di Singapore 2008, quello del famoso crashgate che aveva coinvolto la Renault, Nelson Piquet junior e... i mandanti Pat Symonds (5 anni di squalifica dalla F1) e Flavio Briatore (radiato dalla F1). L'allora boss della F1 Bernie Ecclestone, d'accordo con il presidente FIA dell'epoca Max Mosley, convinse il suo ex pilota Nelson Piquet senior a non rivelare quel che accadde realmente perché in tal caso si sarebbe dovuto cancellare quel Gran Premio creando uno scandalo senza precedenti.

Lewis Hamilton vinse il mondiale, fu proclamato campione, e di conseguenza la classifica iridata diveniva intoccabile. Piquet dichiarò poi in seguito che suo figlio ricevette l'ordine di andare a muro per favorire la vittoria di quella gara di Fernando Alonso. La cancellazione del GP di Singapore, classifica alla mano, avrebbe portato al primo posto finale del Mondiale Felipe Massa.

Certo, l'operato (se conermato) di Ben Sulayem può apparire meno grave dell'insabbiamento di Ecclestone e compagnia del 2008, ma mette comunque in risalto che chi comanda la "baracca", può prendersi il lusso di assumere decisioni personali che possono cambiare il volto di un Mondiale o di un podio di un Gran Premio. Preoccupante.
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