8 Ago 2025 [15:30]
Bortoleto ridà lustro
ai campioni della Formula 2
Massimo Costa - XPB Images
Gabriel Bortoleto sta ridando luce al fattore "conquista" del campionato di Formula 2. Una luce che dopo i fasti di Charles Leclerc nel 2017, di George Russell nel 2018 e di Oscar Piastri nel 2021, si era affievolita, se non spenta. I titoli vinti da Nyck De Vries nel 2019 e Mick Schumacher nel 2020 avevano gettato un'ombra sulla categoria cadetta, per non parlare dei vincitori 2022-2023, ovvero Felipe Drugovich e Theo Pourchaire, che mai un GP di F1 hanno disputato. Il fattore che è tornato a cambiare l'idea che si aveva dei campioni F2, è Gabriel Bortoleto.
Se debutti in Formula 1 con quello che nel 2024 era stato il peggior team del campionato, con una sola gara terminata in zona punti, l’impresa è certamente pesante. Ma il giovane brasiliano, anche campione Formula 3 nel 2023, non poteva certo rifiutare l’offerta arrivata non propriamente dalla Sauber, bensì dall’Audi. E così, dopo un avvio tutto in salita in cui la Q3 in qualifica pareva l’isola che non c’è, e prendere punti era considerata follia pura per lui, e nonostante l’esperto compagno Nico Hulkenberg qualche miracolo fosse riuscito a portarlo a Mattia Binotto, con gli sviluppi arrivati per migliorare la C45 nata un tantino storta, Bortoleto ha cominciato ad ingranare.
E di punto in bianco, a Spielberg il brasilero che ha vissuto gli ultimi anni a Milano, ha colto l’ottavo tempo in qualifica ripetendo la stessa posizione in gara. Come aver fatto 6 al Superenalotto. Dopo una battuta a vuoto a Silverstone (leggi uscita di pista sul bagnato) territorio in cui Hulkenberg non solo ha indovinato il 6 al Superenalotto, ma ha fatto pure 13 al totocalcio salendo sul terzo gradino del podio per la prima volta in 238 Gran Premi disputati, il giovine con la famiglia che ha il motorsport nelle vene al posto del sangue, tanto che il padre ha un noto team nella Stock Car brasiliana e il fratello maggiore aveva pure indossato il casco tra il 2019 e il 2025 correndo in Gran Bretagna e poi nella Stock Car del suo Paese, ha infilato altre due Q3 tra Spa e Budapest.
In Ungheria, il miglior risultato in qualifica suo e di tutta la Sauber: settimo. Saprà confermarsi in gara, era la domanda? Ebbene sì, e facendo anche meglio, perché ha concluso in sesta posizione. Bortoleto è partito con le gomme medie e le ha gestite alla perfezione per 40 giri, quando si è fermato per montare gli pneumatici hard. Quindi un solo pit-stop, questa la strategia scelta. La stessa dei rivali della Aston Martin.
Curioso che Bortoleto si sia poi trovato a duellare proprio con Fernando Alonso che, qualche anno fa, lo aveva voluto nella sua agenzia A14. Che non è l’autostrada che porta al mare Adriatico, ma un vero e proprio management che annovera tra gli altri Josep Maria Martì (F2) e Nikola Tsolov (F3) entrambi portati in Red Bull, oltre a Max Gunther che milita in Formula E.
Il duello perso con Alonso, è stato molto utile per Bortoleto che ha dichiarato: “Da Fernando si impara sempre tanto. Quando ci siamo trovati vicini dopo il pit-stop, io dietro a lui, mi ha costretto a rallentare facendomi usurare oltre modo le gomme fresche. Poi, quando ha capito che non ero più una preoccupazione in quanto le mie Pirelli non erano più performanti, ha accelerato ed ha allungato”. Un volpone Alonso, ma si sa.
Il risultato di Bortoleto è di grande valore e riaccende la passione tra i carioca. Significativo un cartello che si è visto sulle tribune dell’Hungaroring: il Brasile è tornato. Laggiù la passione per la F1 è sempre stata enorme, come enormi sono stati i piloti che ha proposto, iridati quali Emerson Fittipaldi, Nelson Piquet, Ayrton Senna e, per qualche secondo, Felipe Massa. Oltre a piloti vincitori di GP come Rubens Barrichello e Carlos Pace. Ecco, sarà Bortoleto a infiammare la torcida di San Paolo nel futuro?