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5 Ago 2018 [13:42]

Carey: "La F1 è per i
tifosi non per i team"

In una intervista alla Gazzetta dello Sport, Chase Carey di Liberty Media ha fatto il punto della situazione: i rapporti con la Ferrari, la crescita della F1 e tanti altri aspetti.

"Avevo parlato con Sergio dopo la gara del Red Bull Ring ed eravamo d’accordo sui principali obiettivi da raggiungere e sulla direzione da seguire. Dovevamo solo stabilire l’agenda. Fra di noi non c’erano più divergenze di vedute. Non ho mai voluto fare pressione sulla Ferrari, ma solo porre le basi per il cambiamento. Su questo i team sono tutti concordi. Se dico che servono gare più appassionanti e incerte, la loro risposta è 'sì'. Se dico che abbiamo un problema di costi troppo elevati, la loro risposta è ancora 'sì'. Idem se dico che bisogna semplificare gli elementi tecnici della F1. Certo, su alcuni dettagli andrà trovato un compromesso che non accontenterà tutti. Ma va compresa la logica, vogliamo una F.1 per i tifosi, non per i team".

Carey trae poi un bilancio del lavoro di Liberty Media: "È presto per cantare vittoria, ma siamo sulla strada giusta per migliorare lo spettacolo in pista e fuori. Finora abbiamo visto belle gare, tanti colpi di scena e una competizione al vertice molto serrata. È stato curioso che in Germania mi abbiano avvicinato parecchie persone per dirmi che il gran premio era più godibile e coinvolgente rispetto a due anni prima. E del resto non sono mancati i tifosi sulle tribune, anche giovanissimi".

Carey ha anche ben chiaro chi siano i veri protagonisti della F1: "Lo sport è fatto di eroi che catturano l’immaginazione, un po’ come nei film (Carey è stato al vertice della 21st Century Fox, ndr). Da noi ci sono grandi marchi e squadre importanti, ma alla fine i veri protagonisti sono i piloti. Non trovo necessario definire la personalità di una stella. Verstappen è un eroe per come guida in pista, è questo che entusiasma la gente e crea ispirazione".

Carey si sofferma poi sulla rivoluzione tecnica che avverrà in futuro: "Definire i cambiamenti tecnici per le vetture del prossimo anno e di quello successivo è il nostro prossimo obiettivo. In Germania abbiamo avuto un incontro con i piloti per raccogliere suggerimenti".

Un pensiero va anche a Ecclestone: "Io e Bernie abbiamo una visione differente di come costruire e gestire gli affari. Lui non credeva nel digitale, nel marketing e nella spettacolarizzazione degli eventi. Definiva gli uomini del mondo dell’auto dei dittatori. Mentre io li chiamo leader. Ma ho rispetto per quello che ha creato. Di sicuro, certi problemi che stiamo discutendo con i team si sarebbero potuti affrontare e risolvere molto prima".

Infine, uno sguardo ai circuiti e ai festival pre Gran Premi organizzati in alcune città: "Vogliamo che i tifosi abbiano l’opportunità di avvicinarsi ai loro idoli. Avremo un evento a Milano, ma ritengo che sia giusto mantenere un calendario che comprenda circuiti cittadini come Melbourne, Montreal, Montecarlo e Singapore, accanto a piste tradizionali e iconiche come Silverstone, Spa e Monza".
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