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14 Dic 2011 [13:03]

D’Ambrosio, vittima del sistema?

Alfredo Filippone

Non è amaro Jérôme D’Ambrosio al termine della sua prima stagione in F.1, nonostante abbia dovuto incassare il colpo dell’annuncio ufficiale dell’ingaggio di Charles Pic come suo sostituto alla Marussia Virgin pochi minuti dopo la conclusione dell’ultimo GP in Brasile. “Ho dato il massimo che potevo e il team è stato molto contento del mio lavoro, sia in pista che fuori”, ha dichiarato il belga. Il bilancio della sua stagione è tutt’altro che negativo (ha sopravanzato il compagno Timo Glock in cinque occasioni in qualifica e in dieci in gara, sia per risultato che per tempo sul giro, dando peraltro al team i suoi due migliori risultati assoluti, due 14esimi posti in Australia e Canada), ma gli è forse mancato un acuto in pista, peraltro difficile da conseguire vista la macchina a disposizione.

D’Ambrosio è cosciente che a lasciarlo fuori dal giro, almeno per il momento, è la "dura lex" commerciale della F.1. Chi lo ha portato in F.1, la Gravity, scommetteva in un interessamento di sponsor nazionali, che non sono giunti nella misura necessaria a garantire la sua permanenza. “Pic o Maldonado hanno alle spalle un cospicuo supporto, se non addirittura un paese intero, io no. In Belgio c’è stato molto interesse per la mia presenza in F.1, ma non si è sufficientemente concretizzato in sponsorizzazioni”, ha detto Jérôme al canale sportivo della tv fiamminga, Sporza.

Con l’aiuto della Gravity e di Eric Boullier, che segue la sua carriera, D’Ambrosio punta ora a un ruolo di terzo pilota, forse addirittura in Lotus, o potrebbe essere dirottato verso altre categorie, come il DTM.

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