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30 Lug 2019 [13:24]

GP Germania fuori dalla F1?
Probabile, ed è un peccato

Jacopo Rubino - Photo4

Dopo l'ultima domenica, un magnifico esempio di motorsport, dispiacerebbe ancor di più una stagione 2020 di Formula 1 senza il Gran Premio di Germania. Ma probabilmente sarà davvero così, nel dentro-fuori che ormai da un paio d'anni caratterizza l'evento, ora vicino al sacrificio sull'altare degli ingressi già ufficiali di Olanda e Vietnam.

Chase Carey, capo del Circus, già alla vigilia aveva definito "difficili" le trattative con gli organizzatori di Hockenheim, pur sottolineando l'importanza del mercato tedesco. Lo stesso che, sull'onda dei trionfi di Michael Schumacher, dal 1995 al 2006 aveva il privilegio di ospitare due tappe iridate, con il Nurburgring sede del GP d'Europa. "Ci sono tanti tifosi tedeschi, una squadra tedesca che ha vinto gli ultimi titoli, e un pilota tedesco che lotta per il Mondiale", ha sottolineato Carey. Paradossale che tutto questo non basti a garantirsi una permanenza stabile nel campionato, ma Sebastian Vettel, il pilota di cui parla, ha sintetizzato bene il quadro: "Dipende da qualcuno che possa metterci i soldi".

"Al di là della mia nazionalità, vedo la Germania come un posto dove c'è voglia di corse, dove l'industria autombilistica ha un ruolo importante. Ma non è la prima volta che qualcuno la pensa in modo diverso, e guarda solo ai dollari", ha affermato il ferrarista alla tv nazionale RTL. Un discorso ineccepibile. "Conosco bene chi lavora a Hockenheim, dalla F1 non guadagnano, la loro passione è encomiabile. Qui, a differenza di altri Paesi, non c'è però il supporto della politica".

Per l'edizione 2019 è stato fondamentale il contributo della Mercedes, attraverso la sponsorizzazione del weekend che segnava i suoi 125 anni di attività sportiva e le 200 partecipazioni iridate. Ma nel 2020 l'iniziativa è destinata a non ripetersi. "Abbiamo dato una mano facendo del nostro meglio", ha spiegato il team principal Toto Wolff a Speed Week. "L'accordo dello scorso anno è stato abbastanza spontaneo, ma non possiamo prolungarlo all'inifinito. Inoltre credo che non dovremmo interferire negli affari della F1 e di Liberty Media, sta a loro decidere dove andare e dove no".

E le scelte dei manager americani sembrano condurre lontano da qui. Un minuscolo appiglio, però, esiste: se Zandvoort o Hanoi non fossero pronte in tempo, Hockenheim potrebbe subentrare come sostituta. Lo ha suggerito il direttore dell'autodromo Jorn Teske, "anche se non sarebbe la soluzione preferita. L'obiettivo è un accordo a medio termine". Denaro permettendo, ovviamente.
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