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29 Lug [15:33]

Hulkenberg, il podio resta tabù
mentre la Renault non cambia marcia

Jacopo Rubino

Sotto sotto tanti appassionati stavano tifando un po' anche per lui. Per Nico Hulkenberg la gara di Hockenheim poteva essere quella buona per l'agognato primo podio della carriera in Formula 1, al 167esimo tentativo. Nessuno ha mai aspettato così tanto, ma non importava più. Il tedesco, considerato uno dei più in gamba sul bagnato, nel pazzo Gran Premio di Germania ha persino viaggiato in seconda posizione al volante della Renault. Poi, il ritiro, tradito anche lui dalla viscida via di fuga dell'ultima curva, e il sogno ad occhi aperti si è trasformato in un enorme dispiacere.

"Questa è difficile da digerire. Sono arrabbiato per me stesso e per il team, che avrebbe meritato un risultato importante. Sono deluso per come sia finita, specialmente davanti al pubblico di casa", ha ammesso Hulkenberg. Un pilota concreto, che sbaglia poco, ma quando avviene è spesso nelle giornate delle potenziali svolte. Solo sfortuna? "L'ultima curva era molto infida e umida, ho perso un po' il posteriore, ho controsterzato e sono andato sulla via di fuga in asfalto che era come ghiaccio. Non potevo fermare la macchina. Stavamo facendo un lavoro fenomenale".

Dopo il suo stop è accaduto comunque di tutto, è vero, e il podio bisognava sudarselo fino in fondo. Di sicuro sarebbe stato un incredibile riconoscimento per lui e per il costruttore francese, che un exploit del genere dal suo ritorno in forma completa, nel 2016, non lo ha ancora gustato. E per Nico avrebbe forse significato l'immediata conferma per il 2020, visto che l'attuale contratto scade quest'anno. Nella conferenza stampa del giovedì, in ogni caso, aveva già anticipato: "Niente è definitivo, ma probabilmente rimarrò con il team".

Unica squadra rimasta a mani vuote nella folle domenica di Hockenheim, coi suoi 39 punti la Renault è scivolata adesso al sesto posto nel Mondiale Costruttori dietro alla Toro Rosso, decollata a 42. La differenza rispetto allo stesso momento del 2018 è di -41, molto pesante. Si fa dura andare a riprendere la quarta posizione, considerata l'obiettivo minimo, visto che la McLaren è a quota 70 con la stessa power unit.

Il tutto mentre l'ex partner Red Bull ha ormai vinto in modo definitivo la scommessa dei motori Honda, festeggiando un altro successo, e Daniel Ricciardo è stato invece fermato dalla rottura di uno scarico. "Da un po' non avevamo problemi di affidabilità", ha commentato il team principal Cyril Abiteboul, ma non è certo una consolazione. Anche perché, a rincarare la dose, la McLaren di Lando Norris si è fermata con il V6 ammutolito, dopo aver già sostituito in mattinata la parte ibrida. Meglio pensare all'Ungheria: per la Renault doveva essere la stagione del salto di qualità, ma si sta rivelando quelle delle promesse non mantenute.