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11 Giu 2008 [13:11]

IL TEMA - Manca il pubblico?
La colpa è anche delle Case

Dal deserto dei circuiti italiani, al pienone di quelli europei. Lo shock è notevole. Il problema è antico, ma non sembra esserci risoluzione. In breve, in Italia manca la cultura del Motorsport. E non ci riferiamo alle gare nazionali, di poco appeal ed amatoriali, ma a quelle di respiro internazionale. Nonostante gli sforzi delle televisioni (Eurosport, Sky, Nuvolari), che da ormai diversi anni trasmettono ogni tipo di competizione, dei settimanali specializzati che dedicano diverse pagine alle tante categorie esistenti, dei siti internet dedicati alle quattro ruote, nel nostro Paese gli appassionati reali rimangono uno sparuto gruppo, una sorta di club esclusivo. E quando FIA GT, LMS, World Series Renault, DTM e quant'altro arrivano in Italia, le tribune rimangono desolatamente vuote. A parte quando a Monza c'è il WTCC, unica mosca bianca.

Perché quando in Europa c'è una gara del DTM, le tribune si riempiono? Perché quando c'è la Le Mans Series a Spa il pubblico non manca? Perché la World Series Renault, ovunque vada, porta in pista decine di migliaia di persone? I biglietti sono gratis e l'occasione è notevole e non se la fanno scappare. Lo scorso fine settimana, a Silverstone, posizionato tra Oxford e Northampton, il circuito è stato invaso da un totale di 110.000 spettatori: 40.000 il sabato, 70.000 la domenica.

E dire che da quelle parti hanno il palato fine. Hanno un GP di F.1 tutti gli anni, Silverstone ospita spesso test. Eppure, già il sabato mattina, alle 8.15, il paddock era affollato da fans. Domenica mattina, alle 8.30, la superstrada che porta all'autodromo era bloccata da una coda di auto di 10 km. Fantasie di un visionario? No, verità. E nel paddock del circuito inglese si era fisicamente travolti da gruppi di giovani, da famiglie, dai bambini, che giravano liberamente tra le tende dei team, dei gommisti (i più osservati), e tra le decine di stand allestite dalla Renault, felice organizzatore dell'evento.

Quando un campionato è supportato dai grandi costruttori che ne promuovono con entusiasmo ogni appuntamento della stagione, intervenendo sulle filiali locali con pesanti investimenti economici, i risultati si vedono. Ma, certamente, deve esserci la risposta convinta di chi dirige le filiali nazionali. Quando il DTM sbarca in Italia, se al Mugello non va nessuno, è anche perché Audi Italia e Mercedes Italia non sanno preparare l'evento. Le persone preposte sono impreparate, inadeguate nel trascinare pubblico all'autodromo. Serve un lavoro capillare, che trascini in pista le famiglie, come accade con successo nel resto d'Europa. Dove evidentemente sanno come comportarsi visti i risultati.

Quando il World Series by Renault (comprendente la 3.5 Series, la 2.0 Eurocup e la Megane Trophy) è arrivata a Misano due anni fa nel mese di luglio, l'esito è stato ridicolo benché i biglietti fossero gratutiti, si corresse a pochi chilometri dalle mete balneari più famose e affollate d'Italia. Renault Italia ha dormito, sottovalutando l'evento. E da Parigi hanno giustamente deciso di cancellare il nostro Paese dal calendario, concedendo solo la 3.5 come support race della LMS a Monza.

Negli italiani manca la cultura del Motorsport, ma di certo chi ha i mezzi economici per tentare di cambiare questa tradizione, non fa nulla di nulla. Limitandosi a organizzare eventi per pochi intimi quando lanciano una nuova auto.

Massimo Costa

Immagine Ideaplan
gdlracingTatuus