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24 Giu 2003 [16:17]

INTERVISTA A RICCARDO CECCARELLI: «Così abbiamo ricostruito Kubica»»

Robert Kubica domenica scorsa ha compiuto un'impresa che rimarrà negli annali delle corse: il polacco del team Prema ha infatti vinto la gara del rientro nel difficile campionato di F.3 Euro Series a due mesi da un terribile incidente automobilistico nel quale aveva riportato gravissime fratture al braccio destro. La diagnosi iniziale era desolante: quattro mesi più le settimane di riabilitazione. Per Kubica c'era il rischio di vedere la sua carriera rovinata. Con grande forza d'animo e grazie all'aiuto di persone eccezionali, Kubica è riuscito a ritornare nell'abitacolo di una monoposto dopo appena 50 giorni. A raccontarci l'incredibile recupero di Robert, paragonabile a quello dei campioni del motociclismo, è il dottor Riccardo Ceccarelli che ha seguito passo dopo passo, con la sua equipe di collaboratori di Formula Medicine, il recupero del pilota polacco:

«Il 18 aprile Robert Kubica ha subìto un grave incidente automobilistico mentre si trovava in Polonia. Robert aveva riportato la frattura pluriframmentaria dell'omero destro e la lesione del nervo radiale. Le notizie che ci arrivavano dal padre del pilota non erano consolanti, c'era il rischio che i movimenti delle dita e del polso venissero compromessi. Ricoverato in un ospedale di Cracovia, la diagnosi è stata terribile: due mesi in trazione più altri due per il recupero e senza effettuare alcuna operazione. Il padre di Kubica ha girato diversi ospedali in Polonia chiedendo che il figlio venisse operato, ma nessuno si voleva prendere tale responsabilità. Rober non poteva perdere così tanto tempo, la sua carriera è finanziata da persone esterne alla sua famiglia e non poteva permettersi di non tornare in pista solo il prossimo anno. Avrebbe perso tutto. Attraverso il manager di Robert, Morelli, noi di Formula Medicine abbiamo ricevuto le foto delle lastre. Ho così consultato il dottor Vito Maiolino dell'ospedale di Lucca. A parte il lungo tempo per la calcificazione della frattura, Maiolino ha intuito che la particolare posizione assunta in trazione poteva compromettere l'uso del gomito mentre a rischio era il nervo, intrappolato all'interno della frattura. Fatta presente la situazione a Robert e alla sua famiglia, si è deciso di trasportarlo in Italia, all'ospedale di Lucca, dove il dottor Maiolino lo avrebbe operato. Era il 2 maggio quando è stato praticato l'intervento, molto complesso e lungo, circa quattro ore, in anestesia totale. A Kubica è stata messa una placca per tutto il braccio fratturato con ben sedici viti per cercare di andare a riprendere i vari frammenti ossei. Inoltre è stato "ritrovato" il nervo che era proprio finito dove aveva detto Maiolino. Dopo una degenza in ospedale di sei giorni, Robert è arrivato alla Formula Medicine. Lo abbiamo alloggiato in un appartamento assieme a Bobbi e Pastorelli che gli sono sempre stati molto vicini e l'hanno aiutato in ogni cosa. Per Robert vi erano problemi logistici di non poco conto. Da noi Kubica ha iniziato subito la riabilitazione, sempre con il controllo del dottor Maiolino. Robert ha lavorato dalle sei alle otto ore al giorno per recuperare la forza, il movimento del polso, la rotazione della spalla, il nervo, tutto senza stressare eccessivamente il braccio. Nei primi dieci giorni ci siamo concentrati sul recupero funzionale, tono e movimenti. Intanto il braccio sinistro non andava assolutamente trascurato. Consideravo che l'arto sano avrebbe dovuto operare sul volante con una forza del 70 per cento contro il 30 che potevamo ritrovare, all'inizio, nel destro. E' così stata utilizzata una macchina isocinetica, dotata di volante, che è assolutamente più efficace dei pesi. Abbiamo anche costruito una rudimentale piccola leva, il cambio, per far riacquistare a Robert quei movimenti automatici che si fanno in monoposto. Per 15 giorni abbiamo lavorato così aumentando la progressione sul braccio destro. Poco prima del test di Zeltweg, svolto il 16 giugno, erano stati raggiunti buoni valori. 44 giorni dopo l'operazione, Kubica è salito sulla sua monoposto di F.3 e il primo giorno ha percorso 85 giri pari a 350 chilometri. Una cosa eccezionale tanto più che non ha avuto alcun bisogno di antidolorifici. Il giorno seguente ha fatto altri 95 giri! Se penso che ci sono piloti sani che hanno problemi alle braccia dopo quel numero di chilometri... A quel punto Kubica era abile e arruolato per andare a disputare la gara del Norisring che lo ha visto vincitore nella prima corsa e secondo in quella successiva. Un risultato fantastico. Dovete sapere che Robert non ha ancora la piena funzionalità del braccio e che la frattura non è consolidata. Inoltre la placca e le viti rimarranno nel suo braccio per sempre. Sarebbe troppo rischioso operarlo nuovamente. Riteniamo che al Norisring il braccio destro abbia potuto operare sul volante con una forza del 40 per cento, un valore più alto quindi di quello che avevamo previsto. Tutto questo è stato un grande successo per Kubica, un ragazzo dotato di una forza di volontà eccezionale. E tre sono state le chiavi di volta che hanno permesso a Robert di tornare subito protagonista al volante di una monoposto: l'operazione perfettamente riuscita, il grande lavoro di riabilitazione svolto alla Formula Medicine e quella macchina isocinetica che si è rivelata fondamentale».