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9 Ott 2008 [1:14]

Il Tema - Master Italia ciao
Ora o mai più il lancio della F.3

Abbiamo lasciato trascorrere i mesi. Nel mentre, osservavamo la situazione da lontano, ma con attenzione. Abbiamo poi voluto attendere la fine della stagione per decretare un vincitore. E puntuale, ecco il risultato. La partita l'ha vinta la F.3 Italia. A uscire dal ring sconfitto è la F.Master Italia. E, secondo quanto Italiaracing ha appreso, con ogni probabilità l'avventura della Master azzurra è già finita dopo aver vissuto un anno anonimo. Un campionato osremmo dire di poca utilità, di cui non se ne sentiva la necessità. Non è mai decollato, è nato nel momento sbagliato, ha avuto gare rinviate, spostate, poi camuffate assieme all'europeo.

Doveva essere, la Master Italia, che il 12 ottobre vivrà il suo atto finale a Monza, la serie che andava a colpire duramente la F.3 italiana. Sulla carta, il gancio da KO poteva anche arrivare. Ma non è andata così. Le formule sono una bestia difficile da domare, da capire, da lanciare e promuovere. Il Gruppo Peroni lo sa, avendo già avuto a che fare anni addietro con la F.3. Anche questa volta è andata male. A loro e a N Technology. A finire al tappeto è quindi la Master. E' stato comunque un "combattimento" tra due categorie in difficoltà. Entrambe motivate dalla voglia di rilanciarsi, di trovare spazio. Un'impresa difficile perché in Italia, ma probabilmente in nessun altro Paese, due categorie del genere non possono convivere.

La F.3 tricolore ha ora ricevuto una sorta di via libera per il 2009. Quest'anno ha comunque offerto un campionato vero, con monoposto Dallara 308 nuove di zecca, motori Fiat che al primo impatto con le competizioni hanno retto bene la prova del debutto. L'inizio è stato un po' stentato, con un rinvio del calendario, ma poi tutto si è infilato per il sentiero corretto. Si è inoltre registrato un duello di buon livello tra Mirko Bortolotti, leader del campionato, ed Edoardo Piscopo. Che si sono divisi le vittorie e anche le polemiche. Che in questo contesto, ancora per intimi, riescono ad essere sempre ben presenti. Stessi personaggi, antiche antipatie, il piacere masochista di gettare sempre fango sulla regolarità delle gare e di conseguenza sul campionato al quale partecipano. E magari neanche se ne accorgono.

E' sì, perché paventare irregolarità dell'uno o dell'altro ogni qualvolta i bravi Bortolotti e Piscopo vincevano gare, non fa che portare discredito su una serie che tenta il rilancio, che prova a farsi conoscere all'estero. Ma queste beghe da cortile di quartiere dei poveri sono uscite dai confini nazionali e quando si tenta di parlare del tricolore F.3 con qualche pilota straniero, la risposta non è positiva. Ora: c'è la Fiat, c'è la diretta TV, ci sono le monoposto nuove, piloti italiani interessati al campionato, una volontà di crescere, di cambiare il modo di pensare. Meglio allora iniziare a lavorare seriamente su quest'ultimo punto...

Siamo stanchi di vedere una F.3 italiana che ansima, ma forse è iniziato il cambio di rotta. E' necessario che il campione della categoria venga supportato a dovere, inserito in una serie superiore. E che non svanisca nel nulla come accaduto ai precedenti vincitori della classifica generale. Non pare una operazione tanto complicata. Basterebbe che la CSAI e l'ACI Sport individuassero un team nella F.3 Euro Series o nella World Series Renault, nel quale inserire il campione tricolore. Con un aiuto, un appoggio economico. Un sogno impossibile? Ora la CSAI non è sola, c'è la Fiat e se per questi l'ingresso in F.3 non è circoscritto esclusivamente ad una mera operazione commerciale, dovrebbero intervenire in questo senso.

Ecco allora, ancora di più dell'idea di un test con la Ferrari F.1 (di cui già se ne parlava a inizio stagione ma non vi è stato un seguito), che con la consapevolezza di godere di un salto di categoria, finendo in una serie internazionale di prestigio, l'afflusso dei piloti potrebbe aumentare. Nella Eurocup di F.Renault del 2009, la Casa francese donerà al campione un bottino di ben 500mila euro per accedere alla World Series Renault del 2010. Questa si chiama operazione commerciale, questa è la maniera di dare credito al campionato che si organizza.

La F.3 italiana deve cogliere il momento favorevole. Dotarsi di validi direttori di gara, di commissari tecnici competenti e soprattutto attenti, di regalarsi un minimo di rispetto per se stessi smettendola, come accennato sopra, con le beghe da cortile. In Italia c'è un bacino di giovani piloti incredibile dal quale accedere a piene mani: la F.Renault e la F.Azzurra. Occore quindi attirare la loro attenzione e per farlo è decisivo offrire un prodotto serio, professionale. Se verrà persa l'occasione che si presenta in questa fase, quanto meno per tentare di raggiungere il livello di organizzazione perfetta e di qualità che presentano la F.3 tedesca, spagnola e inglese (dai quali siamo lontani anni luce), allora vorrà dire che ci sarà poco da recriminare contro questo o quello. Ma non resterà che guardarsi allo specchio e puntare il dito contro se stessi.

Massimo Costa

Immagine Ideaplan