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2 Dic [19:59]

Il commento di Alberto Sabbatini
Russell mina vagante in casa Mercedes

Alberto Sabbatini - XPB Images

George Russell, Valtteri Bottas, Lewis Hamilton. Chi ha da perdere di più fra questi tre in fatto di prestigio al prossimo GP F1 di Sakhir? La girandola di nomi per trovare un pilota che salisse sulla Mercedes n.44 dopo il forfait di Hamilton, lascia più di un interrogativo. Toto Wolff ha preferito il pilota junior Mercedes (e suo pupillo) al terzo pilota ufficiale della squadra sotto contratto Mercedes: Stoffel Vandoorne. Ma questa scelta lascia le porte aperte a un dilemma: chi ci guadagna e chi rischia di rimetterci dei quattro?

Una cosa è certa: a trarne il massimo beneficio sarà Russell. Considerato la miglior promessa della F1 inglese, forse più di Lando Norris, da due anni è confinato sulla mediocre Williams dove si stava bruciando l’immagine. Una macchina così scadente non gli aveva permesso di raccogliere niente di concreto. Se non qualche sprazzo di luce in qualifica. Pensate: Russell, giudicato un fenomeno da gran parte del mondo della F1 e anche dai tifosi, nella sua vita agonistica in F1 non ha in realtà raccolto finora mai nemmeno un punticino iridato! Il suo miglior piazzamento in carriera è stato l’11° posto colto due volte: nel 2019 in Germania e nel 2020 al Mugello. Ai margini della zona punti, ma comunque fuori dai punti. Un po’ poco per un fenomeno annunciato no? Persino Robert Kubica l’anno scorso con la stessa Williams di Russell almeno una volta era finito a punti.

Russell campione ovunque e veloce in qualifica

Allora perché gode di tanto prestigio? Semplicemente perché è veloce, su questo non c’è dubbio. Tutta la sua carriera depone a favore della sua velocità: a 16 anni ha vinto il titolo Formula 4 inglese da debuttante nella categoria; a 19 quello della GP3 sempre da debuttante, l’anno dopo ancora una volta da debuttante, ha vinto il campionato Formula 2 con quattro vittorie precedendo l’amico Lando Norris. Un percorso da fenomeno nelle categorie minori, ma soltanto un pugno di mosche nei due anni successivi in F1.

È in qualifica però, che si è vista la sua velocità: sul giro secco, quest’anno ha spesso messo il cuore oltre i limiti della macchina portando quella Williams così scadente a un piazzamento medio di rilievo: la 15° posizione. Con alcuni lampi, nel GP di Stiria (11°) e di Ungheria (12°), poi in Russia e a Imola dove ha fatto il 13° tempo assoluto. In gara invece, si è dimostrato ancora acerbo. Un po’ esagerato e sprecone. A Imola, era finalmente entrato in zona punti negli ultimi giri e ha inspiegabilmente tirato la macchina contro il muro sotto safety-car! Una manovra che se fosse successa negli anni ‘70 sotto qualche team manager che non perdonava gli sbagli grossolani, tipo Ken Tyrrell, gli sarebbe valso l’appiedamento seduta stante per un paio di gare. Fenomeno o non fenomeno.

Adesso Russell però, ha l’occasione della vita: salire sulla Mercedes di Hamilton. La macchina più competitiva del mondo. Quella con cui – secondo Max Verstappen – metà della griglia F1 vincerebbe a mani basse. Un’occasione che gli permetterà di svoltare. E di impadronirsi virtualmente di quel sedile Mercedes che come erede designato del team anglo-tedesco gli spetterà di diritto dal 2022 se Hamilton si ritirerà. O se Toto deciderà di fare a meno di Bottas dopo cinque anni. Però, non deve strafare o commettere errori perché finora Russell di occasioni in gara ne ha sprecate tante.

Il vero dubbio che Russell deve fugare è proprio questo: è affidabile o è una velocissima testa calda che non sa gestire le emozioni? Perché se butti via un piazzamento con una Williams se ne accorgono in pochi, ma se sbagli quell’unica volta che hai sotto il culo la freccia nera di Hamilton sono guai per il tuo futuro.

Bottas rischia grosso se Russell lo batte...

E gli altri tre? Bottas è quello che ha più da perderci. Perché se precede Russell ha fatto solo il minimo sindacale. Dal pilota ufficiale Mercedes che la W11 ce l’ha in mano da 14 gare ti aspetti che batta una new entry come Russell. Se le prende da lui, è finita! Il contratto con Mercedes che Valtteri ha in tasca per il 2021 potrebbe anche dissolversi magicamente perché si sa, in F1 i contratti si possono anche infrangere. E se Toto magnanimamente glielo confermasse, Bottas sarebbe bollato per sempre come un perdente. Anche a dispetto della sua velocità che in certe occasioni ha dimostrato rispetto ad Hamilton.

Ma anche Hamilton ha qualcosa da perdere dall’esordio di Russell. Già una parte dei tifosi, quelli che mal sopportano le sue stramberie esibizionistiche, pensano che sia sopravvalutato. Anche se ha vinto 7 mondiali, 94 GP e stabilito 98 pole, qualcuno ancora sostiene che abbia vinto soltanto grazie alla macchina superveloce e che deve ancora dimostrare di essere veramente così bravo. Dimenticandosi forse che Michael Schumacher godeva di privilegi analoghi in squadra e contro gli avversari, Juan Manuel Fangio anche e pure qualcun altro. Figuratevi se Russell fa pole e vittoria cosa diranno di Hamilton i negazionisti della realtà del motorsport.

Quello che però ha già perso in partenza fra tutti e quattro è Stoffel Vandoorne. Entrato in F1 come un talento cristallino, relegato invece per due anni al volante di una McLaren impresentabile e costretto a fare il suddito di Fernando Alonso con materiale scadente, ha trovato nuova dignità in Formula E con un contratto “pesante” Mercedes in tasca. E l’illusione di essere la riserva in F1 sia della Mercedes che della Racing Point. E invece, quando si sono liberate per Covid una volta la macchina di Sergio Perez (a Silverstone) e poi quella di Hamilton ecco che viene trombato due volte! Una a favore di Nico Hulkenberg e una per dare spazio a Russell. Non per suo demerito di pilota, perché c’erano vari motivi e precedenze (nei giorni di Silverstone doveva correre in Formula E perché la Mercedes inseguiva il titolo, stavolta perché Toto vuol dare spazio al suo pupillo), ma è pur sempre qualcosa che distrugge il morale.
 
Come finirà? Che probabilmente Russell terrà testa a Bottas in qualifica – è una pista “facile” con due sole frenate secche dove c’è poco da guidare, ma soltanto da tenere il gas a tavoletta – mentre forse Valtteri lo precederà all’arrivo. E così saranno contenti tutti. Perché nessuno ci rimetterà la faccia.

Alberto Sabbatini, già inviato F1 per la Gazzetta dello Sport, direttore di Rombo e Autosprint, scrive per noi