Michele Montesano - XPB Images
Tra i campionati con il più alto numero di costruttori impegnati in pista, il FIA WEC può contare ben otto marchi pronti a contendersi ad ogni gara la vittoria assoluta. Ma, com’è lecito aspettarsi, con un parterre del genere gioco forza a qualcuno tocca restare fuori dal podio. Inoltre, in una stagione come quella attuale, che ha visto Ferrari ottenere quattro vittorie e Cadillac firmare una doppietta in Brasile, difficilmente è rimasto spazio anche per gli altri.
A contendersi le posizioni di rincalzo finora sono state Porsche e Toyota. Ma i due marchi devono prestare attenzione al recupero di
BMW e Alpine che, dopo un anno di apprendistato, in questa stagione sono parse nettamente più competitive.
Quinta in classifica costruttori, BMW nella prima parte del campionato ha mostrato un buon passo gara. In Qatar, primo appuntamento stagionale del WEC, la M Hybrid V8 LMDh guidata da Raffaele Marciello, Kevin Magnussen e Dries Vanthoor ha sfiorato il podio classificandosi quarta. Mentre nella successiva 6 Ore di Imola il terzetto René Rast, Robin Frijns e Sheldon van der Linde ha centrato un meritato secondo posto.
Segnali tangibili di un netto miglioramento sia da parte della vettura che del Team WRT, il quale gestisce le operazioni in pista. Tuttavia, le premesse non sono state mantenute nel prosieguo della stagione, con entrambe le M Hybrid V8 LMDh fuori dalla top-5 sia in Belgio sia nella 24 Ore di Le Mans.
Mentre si è assistito a una, seppur piccola, ripresa nella 6 Ore di San Paolo con Rast e van der Linde quinti. BMW, proprio negli ultimi giorni, ha inoltre fatto sapere che il programma Hypercar proseguirà sia nel WEC che in IMSA. Ciò significa che in quel di Monaco di Baviera credono nel progetto e continueranno ad investire per puntare alla vittoria.
Quasi speculare la stagione di
Alpine. Dopo un avvio difficile in Qatar, il marchio francese si è affacciato in zona podio nella successiva 6 Ore di Imola con Mick Schumacher, Joules Gounon e Frederik Makowiecki. Lo stesso equipaggio ha poi bissato il risultato anche a Spa-Francorchamps, dopo aver inizialmente lottato per la vittoria quasi ad armi pari contro la Ferrari.
Così come avvenuto già lo scorso anno, la competitività delle A424 LMDh è sparita in occasione della 24 Ore di Le Mans. Fortunatamente, a differenza di 12 mesi fa, entrambe le Alpine sono riuscite a concludere la gara in zona punti.
Risultati alla mano, a distanza di un anno la A424 è sicuramente tra le LMDh che è cresciuta maggiormente. Risolto il problema di affidabilità del V6 Mecachrome monoturbo, i tecnici Alpine si sono focalizzati sul set-up per migliorare anche le prestazioni.
Proprio su quest’ultimo aspetto, si è rivelata fondamentale l’esperienza di Makowiecki maturata nello sviluppare la Porsche 963 LMDh. Forse anche alla luce di questo aspetto, l’equipaggio dov’è presente il francese è stato più competitivo rispetto al terzetto composto da Charles Milesi, Paul-Loup Chatin e Ferdinand Habsburg.
Tutt’altra storia per
Peugeot. L’altro marchio francese impegnato nel WEC, a fronte dell’investimento fatto, anche in questa prima parte di stagione ha raccolto decisamente poco. La 9X8 Evo, che ha debuttato lo scorso anno a Imola, non si è rivelata all’altezza della concorrenza.
Nonostante sia stata rivista completamente nella parte aerodinamica, con l’aggiunta dell’alettone posteriore, la Hypercar del Leone soffre sui circuiti che richiedono maggior carico. Infatti, le migliori prestazioni cronometriche sono state registrate a Imola e a Spa.
Ma è stato in Brasile, contro ogni pronostico, che Peugeot ha ottenuto il miglior risultato. Loïc Duval e Malthe Jakobsen, sesti al traguardo della 6 Ore di San Paolo, hanno preceduto i compagni di squadra Mikkel Jensen e Paul Di Resta. Zona punti centrata
grazie ad un BoP (Balance of Performance) nettamente favorevole.
A tal proposito le 9X8 LMH sono costantemente tra le Hypercar più leggere del lotto. Ciò nonostante, la Casa francese non riesce a spiccare il volo occupando la nona posizione in classifica generale a ben 147 lunghezze dalla vetta.
Come prevedibile,
Aston Martin sta pagando lo scotto del noviziato. Al debutto nella classe regina del Mondiale Endurance, la Casa inglese è tristemente fanalino di coda con soli due punti guadagnati in occasione della 24 Ore di Le Mans. Le Valkyrie LMH sono parse nettamente distanti dalle altre Hypercar sia in qualifica sia sul passo gara. Inoltre, l’assenza del sistema ibrido a supporto del propulsore V12 di certo non aiuta nei tratti più guidati. Tale soluzione, che di fatto ha semplificato il lavoro di sviluppo, ha finito col ritorcersi contro.
Le prestazioni in pista sono figlie anche del progetto Valkyrie, l’unica Hypercar derivata da una vettura stradale come voleva il regolamento originale FIA e ACO. Questo comporta anche un minor margine di intervento per migliorare la hypercar. Tuttavia la strategia del team The Heart of Racing, partner tecnico di Aston Martin, di prendere parte anche al campionato IMSA sta dando i suoi primi frutti. E' proprio nella serie americana che sono arrivate le prime soddisfazioni con l’ingresso in zona punti. Risultati incoraggianti che fanno ben sperare anche nel prosieguo della stagione nel WEC.