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11 Dic 2003 [16:01]

Intervista a Paolo Montin: «Per il 2004 punto al GT Japan»

Paolo Montin, secondo nel campionato giapponese di F.3 2003 per la terza volta consecutiva, sta pensando al futuro. Che con ogni probabilità sarà ancora targato Giappone, ma sicuramente non più con monoposto della categoria cadetta. Nel mirino del pilota veneto c'è infatti il campionato Gran Turismo che vede coinvolte Case importanti come Toyota, Nissan e Honda.

- Allora capitolo chiuso con la F.3?

«Sicuramente sì. Sono comunque in buoni rapporti con il team Three Bond per il quale ho corso quest'anno e assieme a loro sto cercando di trovare uno sbocco nel GT giapponese. Avrei dovuto essere uno dei protagonisti di questo campionato già nel 2003, ma purtroppo sono accaduti fatti spiacevoli».

- Siamo tutto orecchi...

«Avevo un contratto con la Tom's per gareggiare nel GT del 2003 con la loro Toyota Supra. Con la Tom's, squadra eccezionale, avevo partecipato a due campionati nipponici di F.3 classificandomi due volte al secondo posto. Lo scorso inverno, la doccia fredda. Stavo per partire dall'Italia per il Giappone con il mio bel contratto in valigia quando ho ricevuto una telefonata da un responsabile della Tom's che mi comunicava che per me non c'era più spazio nel GT in quanto avevano ingaggiato Erik Comas. Per carità, nulla da dire sul francese che è uno dei migliori piloti della categoria, ma non posso certo comprendere il comportamento di quella persona della Tom's che ha deciso di cancellarmi dal programma a stagione avanzata e senza dirmi nulla prima. Un uomo scorretto che spero di non incontrare mai più sulla mia strada».

- E quindi è arrivato l'ingaggio con la Three Bond.

«Mi rimaneva un'unica possibilità: ridisputare la F.3 giapponese. Il team Three Bond mi ha fatto la corte ed accolto a braccia aperte e la firma sul contratto l'ho messa dopo le prove della prima gara di campionato. Nella sfortuna di aver perso il treno del GT ho avuto la fortuna di trovare delle persone veramente brave e corrette nel team Three Bond».

- Che non era proprio uno dei migliori...

«Esatto. E infatti nessuno scommetteva uno yen su di noi. Ma invece, lavorando sodo, siamo arrivati secondi in campionato con tre vittorie. Nella squadra erano increduli per quanto avevamo combinato e riconoscenti nei miei confronti perché con le prestazioni ottenute hanno fatto un salto di qualità notevole ed ora sono conosciuti anche in Europa».

- Eri praticamente l'unico a correre con una Dallara a motore Nissan.

«La Three Bond collabora con Tomei, preparatore di motori, per la progettazione di questo propulsore che del Nissan ha soltanto il blocco. Hanno fatto un buon lavoro, ma ancora non è da assoluto. E' loro intenzione raggiungere un alto livello e poi rendere commerciabile questa unità».

- Ti ha fatto rabbia vedere James Courtney vincere il campionato di F.3 con la tua ex squadra, la Tom's?

«Dispiace dirlo, ma il livello del campionato nel 2003 era un tantino inferiore a quelli precedenti. Courtney è un grandissimo pilota e lo ha dimostrato a Macao, però bisogna tenere presente che secondo sono giunto io con un team che nel 2002 era nelle retrovie».

- Quindi se rimanevi alla Tom's... Purtroppo sono le occasioni della vita, treni che passano al momento più o meno giusto. Tra l'altro, come mai per Montin il treno della F.Nippon non passa mai?

«Già, me lo chiedo anch'io. In tre anni di Giappone dove ho dimostrato di poter vincere, non mi è mai stata offerta una prova con una di quelle monoposto. Si vede che non me lo merito! La F.Nippon ha fatto un gran salto di qualità, anche economico, dopo l'introduzione dei pit-stop con rifornimento. Per una stagione occorre un budget simile a quello richiesto per la Tremila in Europa».

- E l'Europa per te è tabù?

«In Europa non ho nessuna possibilità di correre. Non dispongo di agganci giusti, di budget, di sponsor. Tutto ciò me lo sono invece costruito in Giappone e dunque, finché posso, tento di correre laggiù».