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18 Feb 2006 [12:51]

LA NOVITA'
Dalla Picchio parte l'idea
di un programma Giovani

L'ingegner Di Pietrantonio, patron e fondatore della Picchio, spiega a italiaracing il progetto organizzato per allevare giovani piloti in un mondo diverso da quello tradizionale delle formule: quello dei Prototipi. Un'idea che vuole avvicinare i giovani piloti non in possesso di budget faraonici alle corse e dare una possibilità ai più esperti di tentare la via del professionismo attraverso un sentiero diverso.

- Che cosa vi ha portato a progettare questa iniziativa?

“Di sogni e chimere bruciati da aspiranti piloti nella speranza di raggiungere la F.1 e dintorni, la Picchio, nella sua breve esistenza, ne ha visti fin troppi. Noi sosteniamo che si può ambire ad essere professionisti soprattutto con le ruote coperte. Si potrà obiettare che dalle ruote scoperte a quelle coperte il passo è breve, e i delusi dalle varie F.3, F.3000 ed assimilabili possono benissimo riciclarsi nelle ruote coperte. Ma è vero anche il contrario: un certo Schumacher insegna. Per questo abbiamo progettato un programma di crescita di giovani piloti che vogliono sperimentare un approccio al professionismo credibile e molto formativo. Il programma prevede la partecipazione alle gare del Campionato Italiano Prototipi con il team ufficiale Picchio, che debutterà nel 2006".

- Come si svolgerà la formazione?

“Si tratta di una formula innovativa, che fonde l’esperienza di pilotaggio con la formazione tecnica, perché l’obiettivo della nostra azienda è preparare piloti che si distinguano, oltre che per il piede pesante, anche per la testa pensante. Il programma è articolato in più anni: correndo con il team ufficiale Picchio si può passare dal primo livello (Campionato Italiano Prototipi) per i meno esperti all’ultimo (le grandi classiche negli USA come le 24 Ore di Daytona e l’intero Campionato Grand Am) per i piloti con un brillante curriculum. I piloti con budget e curriculum possono accedere direttamente alla parte alta del programma. L’obiettivo è fornire un percorso formativo che accompagni il pilota fino alle soglie del professionismo a ruote coperte, partendo dal CIP e culminando con la partecipazione alla 24 Ore di Daytona, con chances di ben figurare"

- A chi si rivolge il programma?

“Ai giovani piloti di talento che non dispongono dei budget elevati richiesti dalle varie formule monoposto addestrative similari e a piloti che aspirano al professionismo, ma può essere molto formativo anche per gentlemen che vogliono semplicemente trarre la massima soddisfazione dall’utilizzo amatoriale di auto da corsa".

- Con quali auto si può correre?

“Abbiamo la nostra Picchio CN2 con motore 2000 cm3 da 260 cavalli e la SR2 con motore V6 3000 da 380 cavalli per il Campionato Italiano Prototipi. C’è poi la Picchio LMP675 Hybrid con motore 3400 adatto a gare LMS, e, per ultima, la Picchio Daytona Prototype con motore V8 da 520 cavalli per le gare Grand-Am negli USA.”

- Perché un pilota si dovrebbe iscrivere al vostro programma?

“Per la grande professionalità e completezza che esso propone. Infatti, partecipando al programma Picchio, il pilota può acquisire solide competenze sia teoriche sia tecnico-pratiche. Ciò perché sono previste sessioni obbligatorie di formazione in aula e ore di test in pista. Il pilota, sulla vettura, potrà acquisire una grande sensibilità tecnica nel collaudo e nella messa a punto, in quanto nei prototipi si può regolare tutto. Inoltre, il programma permette di maturare capacità di gestione delle strategie, perché le gare sono lunghe e, non trattandosi di mezzi monomarca, le vetture richiedono un approccio personalizzato. L’addestramento, in questo modo, assicura l’acquisizione di elevate capacità di pilotaggio, in quanto le gare si svolgono su circuiti prestigiosi e le auto sono sofisticate, tecnicamente avanzate e anche molto potenti”.

- Ma di quale budget si deve disporre per tutto questo?

“Un budget molto più contenuto delle varie F.Renault, F.3 e trofei monomarca prestigiosi. Consiglio comunque gli interessati a rivolgersi all’indirizzo picchio@picchio.com e forniremo tutti i dettagli. Da non dimenticare che nel pacchetto del programma è compresa anche l’azione di comunicazione: oltre allo spazio mediatico riservato dai vari campionati, un sostanzioso incremento della visibilità è fornito dal team ufficiale Picchio che dispone di un proprio Ufficio Stampa".

- Perché la formazione teorica è obbligatoria?

“Per raggiungere livelli di eccellenza e poter aspirare al professionismo, per un pilota non è sufficiente essere veloce e capace. Egli deve anche saper comunicare con gli ingegneri per affinare le prestazioni e lo sviluppo della propria auto. Infatti, sono previsti insegnamenti come Aerodinamica, Dinamica del veicolo, Regolazioni e set-up, analisi dati della telemetria e del camera car. Inoltre, egli deve essere in grado di interagire correttamente sia con gli sponsor che con i media.”

- Possono accedere anche aspiranti piloti con bassa esperienza o provenienti dal kart?

“Sì, perché sono previsti anche livelli che si limiteranno alla formazione teorica e alle prove private in pista”.

- Ma il programma può essere una valida alternativa a categorie Turismo e simili?

“Probabilmente risulterebbe molto più formativo e produttivo un anno zero da pilota collaudatore che un campionato con auto che non permettono regolazioni di sorta e che magari sono anche a trazione anteriore….”

- Come sta andando il progetto finora?

“Molto bene. Abbiamo di recente provato a Misano con il pescarese Francesco Sini. I risultati di questa prima presa di contatto sono stati lusinghieri. I dati rilevati in telemetria hanno dimostrato che Francesco possiede un sicuro talento sia nell’impostazione delle traiettorie così come nella gestione dei freni e della trasmissione, e le sue precise indicazioni fornite agli ingegneri di pista ci hanno consentito di valutare una buona preparazione tecnica. Dopo i test, è stato firmato un accordo che prevede per Sini il ruolo di pilota collaudatore e dopo che avrà acquisito la dovuta esperienza, due gare a fine campionato. Inoltre, altri contatti interessanti li abbiamo avuti con giovani kartisti che puntano, nel medio periodo, al professionismo".

gdlracingTatuus