Carlo Luciani
Nel corso della giornata odierna si è tenuta a Tashkent, in Uzbekistan, l’ultima riunione dell’anno del Consiglio Mondiale del Motorsport della FIA. Numerosi i temi affrontati durante l’incontro, al quale ha partecipato anche il presidente Mohammed Ben Sulayem. Tra gli argomenti più rilevanti figura la revisione del sistema di punteggio valido per ottenere la Superlicenza, con modifiche specifiche dedicate alla IndyCar.
Il nuovo schema interviene in modo significativo sulle posizioni comprese tra il terzo e il nono posto in campionato, aumentando i punti assegnati rispetto al precedente regolamento. Rimangono invariati i valori destinati ai primi due classificati: 40 punti al campione e 30 al vicecampione. La prima modifica riguarda il terzo classificato, che ora riceverà 25 punti invece dei 20 precedenti. Ancora più evidente la variazione per il quarto posto, che passa da 10 a 20 punti, raddoppiando il proprio valore.
A salire sono anche i punteggi delle posizioni successive: il quinto posto guadagnerà 15 punti invece di 8, il sesto 10 punti al posto dei 6 precedenti. La settima posizione passa da 4 a 8 punti, mentre l’ottava ne assegnerà 6, tre in più rispetto alla normativa precedente. Infine, il nono posto assegnerà 3 punti, uno in più rispetto al passato.
Questa revisione rappresenta un chiaro riconoscimento da parte della FIA verso la competitività della categoria americana. Con il nuovo sistema, la IndyCar si avvicina ulteriormente alla Formula 2, la serie che tradizionalmente attribuisce il maggior numero di punti per l’accesso alla massima categoria. Una mossa che mira a riequilibrare il peso dei diversi campionati nel percorso che conduce alla Formula 1.
Pensando alle implicazioni pratiche del nuovo sistema, torna subito alla mente la recente vicenda che ha coinvolto Colton Herta. Il pilota americano, desideroso di ottenere la Superlicenza per approdare in F1, ha scelto di lasciare la IndyCar per trasferirsi in Formula 2 con il team Hitech. Con la vecchia attribuzione di punteggi sarebbe stato costretto a chiudere la prossima stagione IndyCar almeno al sesto posto, mentre con le nuove regole gli sarebbe bastato un ottavo posto, lo stesso traguardo minimo richiesto nel campionato cadetto. Un dettaglio che fa riflettere e che porta a chiedersi se proprio questo episodio abbia contribuito a stimolare un intervento sul regolamento.