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31 Mag 2016 [12:56]

La Ferrari e quella trazione perduta...

Massimo Costa - Photo 4

Ma qual è il problema della Ferrari che manda in tilt tutti gli ingegneri, da James Allison, tornato al muretto dopo la tragedia che lo aveva colpito in marzo con la perdita prematura della moglie, a Simone Resta. I “genitori” della SF16-H dicono che quando cambiano le temperature, la monoposto perde aderenza. Fa un po’ sorridere che nella iper tecnologica F.1 se il termometro sale un po’, la Ferrari inizia a sudare come tutti noi e va in tilt. Oppure, se scende un po’, cominci ad avere la tremarella.

Scherzi a parte, il problema è identificato con un termine ben preciso: mancanza di trazione. Ed è curioso ricordare che anche le precedenti due Ferrari che hanno solcato le piste nel 2014 e 2015 avessero lo stesso identico inconveniente. Come è possibile che dopo mesi e mesi, tecnici famosi licenziati ed altri arrivati, si torna sempre al punto di partenza? La mancanza di trazione è determinata dalle gomme che non lavorano come dovrebbero alle temperature ideali rendendo la SF16-H, e prima ancora la SF15-T e la F14-T, scivolose e difficili da governare per il pilota.

Incredibile poi, quel che è accaduto a Monte-Carlo dove in pochi minuti la Ferrari di Vettel in qualifica è cambiata talmente tanto tra il Q1 e la decisiva Q3 che è stato impossibile ripetere gli stessi tempi. Il punto è che nessuno sa perché. Forse la sospensione posteriore, un assetto troppo spinto e una risposta troppo violenta della power unit di Maranello, come tenta di spiegare Giorgio Piola sulla Gazzetta dello Sport, potrebbero essere le cause che portano la SF16-H a cambiare di umore così repentinamente.

Soltanto qualche anno fa, grazie alla possibilità di effettuare test liberi, si potevano risolvere questi problemi diciamo strutturali. Oggi non è più consentito e quindi si deve tentare di capire cosa non funziona nelle prove libere dei Gran Premi, dove però occorre preparare la vettura per la gara. E con l’affanno si sa che è sempre molto complicato venire a capo delle cose che non vanno.
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