6 Apr 2006 [17:30]
L'allarme di Mario Andretti
"Basta con le gare sugli ovali"
In una intervista al settimanale Autosprint, Mario Andretti ha espresso la propria preoccupazione per il metodo di selezione dei nuovi piloti effettuato dalla Indycar. Già prima dell'avvio della stagione, il grande Andretti aveva dichiarato i propri timori per una categoria poco sicura, con monoposto che viaggiano a 380 orari una a fianco dell'altra. E dopo la tragedia di Dana, Andretti è esploso così: "Gli incidenti catastrofici a queste velocità e con le vetture tutte uguali, quindi con le stesse prestazioni, sono quasi inevitabili. Purtroppo vi sono alcuni piloti che arrivano in questo campionato senza la preparazione adeguata per gareggiare a velocità così elevate, non capaci di reagire nei tempi dovuti".
La mente torna all'incidente mortale di Dana del 26 marzo. E' stato appurato che dal momento dell'impatto di Ed Carpenter contro il muro al contatto fatale tra la monoposto di Paul Dana e la vettura dello stesso Carpenter sono trascorsi ben sette secondi: "Non so se il discorso valga anche per Dana, certo che quanto accaduto a Miami è strano. Dana sembra proprio non avere neppure alzato il pedale dall'acceleratore, nonostante le bandiere gialle, finendo in piena velocità contro la vettura di Carpenter. Non ha visto le segnalazioni? Difficile, perché contemporaneamente alle bandiere si accende una luce gialla sul cruscotto dei piloti. Eppoi c'è lo spotter che via radio avverte il proprio pilota di tutto quello che accade davanti a lui. E a Homestead gli spotter hanno confermato che il loro collega che seguiva Dana ha dato la comunicazione subito. Lo dice anche Bobby Rahal".
Andretti è preoccupato della situazione che si sta creando in Indycar e lo è ancora di più quando pensa che ora vi corre il suo piccolo nipote, Marco, portato in pista dal figlio Michael: "Ci vogliono dei tempi di reazione adeguati per correre a oltre 350 orari di media sugli ovali. Però anche se i rookie-test sono fatti bene è difficile valutare la capacità di reazione di un pilota prima del suo ingresso in campionato. Io ridurrei il numero di corse su ovali a favore di quelli stradali o cittadini. Credo che anche gli organizzatori della Indycar lo abbiano capito".
Nella foto, Michael e Mario Andretti.