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24 Gen [15:36]

L'autodromo di Imola porta alla
città 274 milioni, ma il Comune lo multa

Massimo Costa

C'è il mondo reale, fatto di gente che lavora, si impegna, rischia, organizza, provvede al bene della comunità. Poi, c'è la politica, con le sue leggi astruse, spesso poco edificanti a livello locale. Stiamo parlando dell'autodromo di Imola e del Comune della città, una località ricca, ma che senza il circuito Enzo e Dino Ferrari sarebbe ben poca cosa se rapportata, per esempio, a una vicina cittadina similare di nome Faenza, capace di offrire molto di più dal punto di vista culturale, per esempio, o di ospitalità e di eventi.

Imola si nutre del suo autodromo, tornato dal 2020 ad essere parte del Mondiale F1. Complessivamente, i benefici economici generati grazie alla realizzazione del Formula 1 Rolex GP del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna sono quantificabili nel solo 2022 in 274 milioni 167mila euro. Di questi, i benefici diretti, quindi i valori economici rilasciati sul territorio da tutti coloro che hanno partecipato all’evento, sono stati pari a poco più di 30 milioni di euro, mentre i benefici indiretti, ossia quelli attivati per rispondere alle esigenze di beni e servizi per l’organizzazione dell’evento ed i servizi territoriali di vario genere, sono stati pari a 22 milioni 700mila euro.

Ammontano complessivamente a circa 13 milioni di euro i benefici indotti. Altri valori sono quelli generati sulla filiera – legacy – e sulla valorizzazione del brand Imola nonché il media ADV value: si tratta soprattutto di benefici a lungo termine, quantificati rispettivamente in 36Milioni e 172 milioni di euro. Questo riportavamo lo scorso novembre in merito alla presentazione ufficiale da parte dell'autodromo, alla presenza del sindaco della cittadina e di vari assessori, dei benefici portati dalla F1 .

Ma da diversi anni, l'autodromo deve vedersela proprio con il Comune locale per quanto riguarda il rumore. Il circuito è parte della città da sempre, ma negli ultimi anni sono aumentati i gruppi di cittadini che si lamentano di quel fastidioso rombo provocato dai motori. E così, il circuito è stato costretto a ridurre le giornate di prove, a far adottare silenziatori alle vetture da corsa che effettuano test nei giorni feriali, durante la settimana, limitandone inevitabilmente le prestazioni.

Una situazione assurda, ma che sta vivendo anche l'autodromo di Monza e molti altri in giro per l'Europa. Si pensi che, rimanendo in Italia, Monza e Imola sono sorti decenni orsono, quando ancora attorno al tracciato non vi erano complessi abitativi. Questi sono arrivati dopo e solo di recente sono cominciate le lamentele. Un po' come coloro che costruiscono le proprie residenze nei pressi di un aeroporto presente sul territorio da sempre, e protestano per il rumore degli aerei. Non c'è bisogno di commentare...

Ebbene cosa è accaduto a Imola? Lo scorso 12 ottobre, nel paddock si è presentata la Red Bull per effettuare un video commerciale con Max Verstappen. La vettura portata dal team inglese era la vecchia RB09 del 2013, quindi dotata del vecchio motore V8, il cui urlo è musica per le orecchie degli appassionati, ma per altri soltanto fragoroso fastidio. Sono stati pochi i giri compiuti da Verstappen, ma tanto è bastato per far saltare i fonometri sparsi lungo il circuito. Allarme rosso dunque. Non ci sarebbe neanche bisogno di spiegare che un ente privo di paraocchi avrebbe chiuso un occhio vista la singolarità del caso. 

“Non è stata colpa nostra, si sono presentati a sorpresa con un motore aspirato – aveva spiegato il presidente di Formula Imola, Gian Carlo Minardi  –. Avremmo dovuto cacciarli, ma sarebbe stato un problema". Un problema notevole perché Red Bull aveva pagato per ottenere l'esclusività della pista, tra l'altro scelta proprio per la sua splendida conformazione a dispetto dei circuiti britannici vicino alla sede del team, come Silverstone. Dunque un lungo viaggio, una organizzazione logistica notevole e qualche soldino entrato nelle casse dei vicini hotel per ospitare il personale impiegato.

Inflessibili, dopo qualche tempo, dalla polizia municipale di Imola è stato inviato un verbale all'autodromo, reo di avere infranto il limite imposto dai fonometri. La cifra? Irrisoria, 500 euro, ma tanto è bastato per sollevare un polverone dalle parti di Imola per il poco buon senso messo in mostra dagli enti locali. Possibile che il Comune e il suo sindaco, non siano stati capaci di evitare queste figuraccia a fronte dei milioni che il motorsport porta nelle casse degli imolesi? Si presenzia agli eventi del circuito, col petto in fuori, poi si mandano multe.

Per concludere, una divertentissima nota. I fonometri del circuito la scorsa estate hanno registrato per giorni e giorni un picco di rumore incredibile andando in tilt. Eppure non vi erano macchine da corsa in pista. Erano le cicale, ma si racconta che nessuna di essa sia stata raggiunta da solerti vigili urbani con in mano la contravvenzione.



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