Massimo Costa
Quello che è accaduto nella fase di partenza della seconda gara della
F4 Italia a Imola, verrà ricordato come uno dei più brutti e pericolosi incidenti nella storia della categoria. Undici le monoposto coinvolte, contatti violenti che potevano avere pessime conseguenze per i piloti, ma la robustezza delle Tatuus, l’halo e le sempre più stringenti normative FIA, hanno protetto al meglio i ragazzi seduti negli abitacoli.
L’incidente è stato causato dallo stallo di tre monoposto: Zhenrui Chi che si trovava in seconda fila, Salim Hanna in quarta fila e infine, con conseguenze nulle per gli altri, David Walther mossosi lentamente dalla 19esima casella, poi finito suo malgrado contro il muro per essere stato colpito di rimbalzo dalla Tatuus di Chi.
Tre situazioni di pericolo dunque, che i bravissimi commissari di pista preposti alla partenza, hanno subito segnalato sventolando come non mai, lungo il muretto box, le bandiere gialle. Ma non è bastato. Al primo, e forse inevitabile contatto innescato da Maksimilian Popov (dietro a Chi in terza fila) ed Enea Frey, si è poi scatenata la successiva carambola causata da Javier Herrera che a velocità sostenuta ha centrato la Tatuus di Chi scaraventandola in mezzo alla pista e provocando i successivi urti. Dal momento in cui è stata esposta la primissima bandiera gialla dal muretto box, dal commissario difronte alla vettura di Chi, a quando il cinese è stato colpito, la seconda volta, con gran violenza da Herrera, sono trascorsi 6”5.
Non sono pochi, eppure la sensazione è stata che benché su tutto il rettifilo di partenza fossero in azione le bandiere gialle, nessuno dei piloti in arrivo dalle file di centro schieramento o dalle ultime, abbia rallentato nella dovuta maniera.
Sappiamo bene che la bandiera gialla non spaventa più di tanto i piloti, ma in fase di partenza rappresenta un campanello di allarme importante. Eppure i piloti vedono quella situazione come una possibilità per guadagnare, nel caos, qualche posizione. A Imola non è andata così.
Piloti irresponsabili dunque? Sì e no. Nel senso che certamente potevano essere più guardinghi, alzare il piede destro dall’acceleratore anziché tentare una gimkana per evitare le vetture ferme, però, quando i rappresentanti di Aci Sport hanno visionato gli onboard, nessuno dei ragazzi coinvolti era “full throttle”. Ma neanche in fase di rallentamento, va detto. Ci si chiede se questi ragazzi di oggi, imbottiti di ore e ore di simulatore, comprendano la differenza che c’è tra la realtà, nella quale ci si può far molto male, e la finzione, dove sbatti quanto vuoi e riprendi la marcia.
Gli incidenti in partenza causati da vetture ferme, si verificano in ogni categoria, dalla Formula 1 in giù, e sono forse una delle situazioni di maggior pericolo nel motorsport. Come risolvere questo problema? O meglio, è possibile tentare di risolverlo? Lo abbiamo chiesto ad alcuni team manager e ai rappresentati di Aci Sport.
Raffaele Giammaria – Direttore Scuola Federale Aci Sport
“I piloti non hanno particolari colpe”
“Purtroppo quando un pilota stalla in partenza si creano sempre situazioni difficili. Ritengo che nel caso di Imola, non si possano imputare ai ragazzi particolari colpe. Non avevano una visuale pulita, le macchine sono tante, il sole era basso e l’incidente è stato inevitabile. Abbiamo visionato gli onboard dei piloti coinvolti, nessuno era in piena velocità e quindi più che un richiamo non gli si può dire niente. Certo, non è stato un incidente normale, vi è stata una serie di fattori che hanno portato a questa brutta situazione”.
Alessandro Ferrari - Direttore di gara (non F4)
“Servono penalità più forti ai piloti”
“A mio avviso, malgrado tutte le bandiere gialle esposte lungo il rettilineo di partenza, i piloti non hanno avuto una corretta reazione, come se non avessero intuito che si stava presentando una chiara situazione di pericolo. Avete calcolato in 6”5 il tempo trascorso dalla prima gialla a quando Herrera ha colpito Chi, ecco, penso che non sia poco e che occorreva maggiore attenzione. Forse non c’è la percezione del pericolo da parte dei ragazzi, pensano di essere sempre al simulatore. Non so come si potrebbe intervenire, magari con penalizzazioni maggiori, da estendere anche per altre cose che si verificano in gara dove le gialle sono spesso snobbate. Sicuramente serve un insegnamento maggiore ai piloti da parte di tutti”.
René Rosin – Team Principal Prema
“Occorre maggiore attenzione”
“Le due monoposto rimaste ferme nella griglia, e di conseguenza colpite da altri piloti, erano quelle del team Prema. Sentiamo il parere di René Rosin: “Capisco che il momento della partenza è sempre complicato, ma non si può andare a testa bassa quando ci sono le gialle esposte. Penso che ci sia da parte dei ragazzi la mancanza del senso di pericolo. Guidano macchine veloci e allo stesso tempo molto sicure e forse questo li può portare a pensare che nulla accadrà. Nessuno si è fatto male per fortuna, ma bisogna prevenire prima che accada qualcosa che nessuno vorrebbe. A Imola, al via di gara 2, c’era anche il sole basso per via della partenza dopo le 19.15 per vari ritardi accumulati e c’è anche una particolare conformazione della pista, con vetture che partono in curva e arrivano veloci in quelle che sono le prime file. Però, ripeto, occorre maggiore attenzione e prevenzione da parte di tutti”.
Gabriele Rosei – Team Principal Cram
“I piloti non devono fare il precarico in partenza”
Elia Weiss, pilota tedesco del team Cram (foto sopra), è rimasto coinvolto nel crash al via. Ecco cosa ne pensa in merito Gabriele Rosei: “I tempi di reazione sono stati brevi, il sole era basso, e per i piloti è stato difficile capire quel che stava accadendo. Purtroppo ci sono piloti che in fase di partenza adottano il pre-carico, ovvero tengono accelerato al massimo spingendo anche il freno. Quando rilasciano il freno, c’è sempre il rischio di stallare. Alcuni team lo fanno, e infatti a rimanere fermi sono stati due piloti Prema, e non è la prima volta. Noi e altre squadre diciamo ai nostri piloti di non adottare questo sistema. Non si guadagna niente e si creano soltanto situazioni di grave pericolo, come accaduto a Imola”.
Andrea Viola – Team Principal Viola
“39 monoposto al via sono troppe”
Andrea Viola ha visto le sue due monoposto, di Arthur Lorimier e Federico Busso, uscire semi distrutte dall’incidente in partenza: “Sono avvilito, ci aspettano giorni di grande lavoro. Il problema è che 39 monoposto in pista tutte assieme sono troppe. La conformazione della pista di Imola, nella zona di partenza, non rende le cose facili. Dobbiamo pensare che in F4 i piloti sono tutti ragazzini in arrivo dal karting e occorre una maggiore prevenzione. Forse servono sanzioni più pesanti per chi commette infrazioni”.
Giulio Falsirollo – Team Principal PHM
“Esporre le bandiere rosse al posto delle gialle”
Da Giulio Falsirollo, arriva una idea molto interessante. Se i piloti non considerano abbastanza l’imminenza di un pericolo quando vi sono le gialle esposte in fase di partenza (ma questo avviene anche lungo la pista…), perché non dare ai commissari di pista preposti alla partenza le bandiere rosse da sventolare se qualcuno stalla, che sicuramente hanno un diverso impatto, anche visivo, sui ragazzi?
“A Imola si è verificata una concatenazione di eventi non indifferente che ha portato all’incidente. Come risolvere il problema? Quando una vettura stalla, chi arriva da dietro, in velocità, non si rende ben conto quale sia la monoposto ferma. Si potrebbe dire che 40 macchine sono troppe, ma questo tipo di incidenti, per esempio, sono accaduti anche in Formula 2 dove le vetture sono 22".
"Bisogna che tutti, dai team alla organizzazione, ci si impegni per gestire al meglio la sicurezza formando i piloti nella dovuta maniera. Una cosa pericolosa, per esempio, arriva da quei piloti che fanno il pre-carico in partenza. Noi lo vietiamo ai nostri ragazzi. Penso che se quando un pilota stalla anziché le bandiere gialle venissero esposte dai commissari le rosse, la reazione dei piloti sarebbe molto diversa perché significa che la gara è interrotta. E se non c’è stato alcun contatto, tanto meglio, si rifà la procedura e si riparte”.