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14 Mar [10:39]

Mahindra: la sospensione piegata
rischia di incrinare il rapporto con ABT?

Michele Montesano

Dopo solamente cinque E-Prix il ‘matrimonio’ tra Mahindra e il team Cupra ABT sta già scricchiolando. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il ritiro anticipato delle monoposto indiane a Città del Capo, a causa di problemi strutturali legati alle componenti della sospensione posteriore. Se inizialmente si era data la colpa alla conformazione del tracciato cittadino sudafricano, veloce e pieno di dossi in traiettoria, si è poi scoperto che la causa risiedeva nella progettazione e realizzazione della sospensione stessa.

Ma già lo scorso settembre, durante i test svolti sul circuito di Varano de’ Melegari, Mahindra aveva riscontrato problemi legati alla sospensione posteriore della sua M9Electro, per giunta simili a quanto visto poi in Sudafrica. Analizzato il tutto, il costruttore indiano ha apportato le modifiche al retrotreno della Gen3 prima di effettuare l’omologazione finale. Ricordiamo che assieme al gruppo moto-generatore, trasmissione e sospensione posteriore sono le poche aree in cui i team hanno libertà progettuale. Tutto sembrava risolto, ma il campanello d’allarme è risuonato nuovamente nel corso delle seconde prove libere a Città del Capo.



Sebbene in Mahindra non abbiano specificato la reale causa dell’accaduto, pare si tratti di una flessione anomala dei cinematismi della sospensione posteriore. Stando a quanto riportato da ‘The Race’, oltre al carbonio gli elementi della sospensione della M9Electro sono realizzati in lega di titanio. Sebbene sia più leggero del 15CDV6 (una lega d’acciaio ampiamente usata in ambito motorsport), il titanio è in grado di offrire una rigidità inferiore oltre a sopportare meno sollecitazioni di carico. Inoltre, diverse squadre avversarie hanno notato che la geometria dello schema push rod, sempre della sospensione posteriore della vettura indiana, lavora con un angolo decisamente più estremo.

Le monoposto sono state analizzate nella sede Mahindra di Banbury, in Gran Bretagna, e pare si sia risolto il problema irrobustendo gli attacchi e il bilanciere, fortunatamente senza modificare lo schema e relativo disegno delle sospensioni. Trattandosi di componenti omologati, secondo l’articolo 24.17, tali modifiche dovranno essere approvate dalla FIA prima di essere implementate sulle vetture. Fortunatamente non dovrebbero sorgere problemi, dato che si tratta di un intervento effettuato esclusivamente per motivi di sicurezza. Ma con l’E-Prix di San Paolo del 25 marzo dietro l’angolo, in Mahindra dovranno accelerare i tempi per non farsi cogliere impreparati.



Proprio la scarsa reattività del costruttore indiano rischia di minare prematuramente la partnership con il team Cupra ABT. Le M9Electro sono state consegnate alla squadra tedesca appena prima dei test pre-stagionali di Valencia costringendo Nico Müller e Robin Frijns a un rapido adattamento. Questo ritardo si è poi riversato nella scarsa competitività nel primo scorcio di stagione, Cupra ABT è l’unico team che finora non ha racimolato neppure un punto. Per culminare, infine, con la resa anticipata a Città del Capo che Thomas Biermaier, Team Principal ABT, ha definito senza giri di parole inaccettabile.

Considerando che il costruttore spagnolo sta puntando molto sulla mobilità elettrica, sia nel motorsport che in ambito automotive, quella vista in Formula E è una pubblicità tutt’altro che positiva. Dopo quanto accaduto in Sudafrica, chissà se in Cupra non stiano pensando di impegnarsi in prima persona nella serie full electric. D’altronde ABT ha già rivestito il ruolo di squadra ufficiale Audi per diverse stagioni. Inoltre si potrebbero sfruttare le sinergie del gruppo Volkswagen magari rimarchiando il Powertrain Porsche, proprio come stanno già facendo Maserati e DS entrambi marchi della galassia Stellantis.

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