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6 Dic 2008 [19:50]

Meno dipendenti, meno eccessi
per salvare la F.1 malata

1000 persone per mettere in pista due monoposto. Una follia pura. Pezzi sofisticati che costano migliaia di euro. Super hotel, voli in prima classe, catering a volontà, grattacieli nel paddock. Si poteva continuare così? Max Mosley da tempo predica di contenere i costi. Certo, non poteva prevedere la crisi economica abbattutasi sul mondo, ma il presidente della FIA non ha mai gradito la spirale in cui si è andata a cacciare la F.1. Che ha ucciso tutti i piccoli team per lasciare spazio ai grandi costruttori e a un paio di avventurieri. Prima o poi la pentola doveva scoppiare.

A conti fatti, alla F.1 mancano almeno, dopo il ritiro della Honda (avvenuto per rispetto nei confronti degli operai della Casa automobilistica costretti a tirare la cinghia in questo periodo, per far capire loro che l'azienda non sperpera denaro in un gioco), almeno sei team per tornare ad avere uno schieramento dignitoso. Il brivido della qualifica che coinvolgeva non solo chi lottava per la pole, ma anche chi doveva conquistare il 26° posto in griglia appartiene a un passato che dovrebbe tornare. La recente proposta del propulsore uguale per tutti, del cambio unico eccetera, appariva ridicola. Ora forse è meglio turarsi il naso e pensare che in F.1 si può correre anche con 200-300 persone, anche senza le ultime follie motoristiche e tornare a più miti consigli.

Si dice: ma la F.1 è la massima categoria delle corse automobilistiche, la ricerca tecnologica è fondamentale (ma per chi?), bla bla bla bla. Meglio pensare al futuro e smetterla di rincorrere una tecnologia che, come dice Mosley, interessa quelle cinque persone che se la sognano la notte, ma non agli sponsor, non al pubblico che va sui circuiti, non alla grande massa di persone che accende la TV per seguire un Gran Premio, non ai piloti. A chi frega se c'è il Kers, se c'è il tale impianto frenante, la tal diavoleria elettronica. Ha ragione anche Briatore, che più volte ha sottolineato come i progettisti siano la vera rovina economica delle squadre.

Ora basta. E' necessario tirare il freno a mano e calmarsi un po'. Anche perché una F.1 ristretta a 16-18-20 piloti non giova neanche alle categorie inferiori che sfornano ragazzi su ragazzi pronti per il mondiale, ma costretti a rimanere col cerino in mano perché mancano i posti. Ci sono piloti meritevoli di correre in F.1 che grazie a sponsor personali, a programmi ben precisi, a investimenti della famiglia, vi arrivano dopo una lunga carriera nelle formule minori e dopo aver speso almeno 5 milioni di euro. Ma se non ci sono sedilii disponibili in F.1, chi è che continua ad investire sui giovani se poi per loro non c'è sbocco? E' necessario pensare a come rilanciare tutto il settore, partendo dalla F.1.

Massimo Costa
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