23 Nov 2013 [12:12]
Quattro ore di ritardo a Baku, si lavora ancora alla pista
Da Baku - Alfredo Filippone
Programma sconvolto a Baku, dove le prove libere dovevano scattare alle 9 locali (le 6 in Europa), ma sono state rimandate di ora in ora. Al momento è stato comunicato che si dovrebbe poter scendere in pista alle 13 (le 10 in Europa), e così è proprio in questo momento. Causa del ritardo è l’inagibilità della pista, con gli ispettori FIA (Michael Schwägerl e Roland Bruynseraede) che non hanno rilasciato il nullaosta sino a pochi minuti fa.
Negli ultimi due giorni si è lavorato giorno e notte per risolvere un paio di punti problematici, ma evidentemente ancora non si è trovata una soluzione che soddisfi i responsabili FIA, giustamente preoccupati dalla sicurezza. Il tracciato utilizzato quest’anno è completamente diverso da quello usato lo scorso per la gara di esibizione. Se nel 2012, il tracciato si snodava nei grandi viali del centro di Baku, attorno all’imponente palazzo di governo, quest’anno il tracciato è stato spostato sulla penisola che chiude la baia di Bako a sud, attorno alla Piazza della Bandiera.
Si tratta di un tracciato che appare molto veloce per un circuito urbano, con lunghi rettifili inframezzati da chicane, un curvone velocissimo e due curve a gomito. A preoccupare non sono le protezioni e le vie di fuga, piuttosto buone, quanto le due chicane, strettissime, oltra ovviamente alla scarsa aderenza dovuta all’asfalto ‘vergine’. Risolto invece il problema dell’entrata ai box, reso difficoltoso dalla presenza di tre alberelli. Si era pensato di abbatterli, ma in un paese piuttosto desertico come l’Azerbaijan, gli alberi sono intoccabili; è più facile buttar giù un palazzo che una pianta.
Si spera che vada tutto bene, anche perchè lo sforzo per mettere su questo tracciato e questo evento, che aspira a diventare il Monaco o il Macao delle GT, è notevolissimo e il caloroso abbraccio con il quale l’Azerbaigian ha accolto la prima gara automobilistica internazionale sul suo territorio, merita di non andare deluso.