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17 Mag 2020 [13:49]

Ripartono i test Kateyama,
a Vallelunga dal 26 al 28 maggio

Antonio Caruccio

La “Fase 2” è quella della riaccensione dei motori. Non solo per il Paese, in senso metaforico, ma anche per il mondo del motorsport, all’atto pratico. È infatti stato diramato un protocollo, approvato dalla Giunta Sportiva di ACI Sport ,volto a regolare il ritorno in azione nelle piste e nei kartodromi italiani. Siamo ancora lontani dal pensare a come e quando si potrà tornare veramente a correre, ma è il primo passo verso il ritorno alla normalità.

Sfruttando la liberalizzazione per l’allenamento sportivo “individuale”, ripartiranno i test, non senza però delle restrizioni e delle regole che devono essere rispettate. Dall’adozione di materiale di protezione obbligatorio come mascherine, guanti ed occhiali protettivi, al controllo della temperatura per l’ingresso in autodromo. Già nei giorni scorsi alcuni dettagli sono stati modificati ed aggiornati, a dimostrazione di una grande attenzione al problema. Ad esempio, la prima criticità riscontrata riguardava il numero di personale ammesso.

Sei individui per vettura, nella prima stesura, che comprendeva anche i piloti, mentre nella seconda i conducenti sono stati esclusi dal conteggio. Se infatti per le vetture monoposto è facile riuscire a lavorare con soli 5 meccanici, più complicato è pensare questo tipo di operazione su una vettura GT, dove i piloti possono essere addirittura quattro per le line-up volte alle 24 Ore.

Chi è direttamente interessato da queste norme è sicuramente Francesco Marzi, che insieme alla figlia è il responsabile di Kateyama, ed organizza giornate professionali di test per team di monoposto, prototipi, turismo e GT. Un’operazione nata più una decade fa, quando lo stesso Marzi dopo aver abbandonato la direzione della Vergani Racing, mise in proprio questa attività.

“In questo momento di riapertura, la cosa più difficile è pianificare. Le date e le disponibilità delle piste cambiano in continuazione, per cercare di adattarsi alle esigenze dei campionati e delle gare, quindi di conseguenza anche preparare i test non è cosa facile. In 4 mesi si dovranno disputare le gare di tutti i campionati, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale”, dice Marzi, impegnato più che mai nella realizzazione di un calendario che possa andare incontro alle esigenze dei suoi clienti.

Quando sarà la prima data disponibile?
“Insieme all’Autodromo di Vallelunga abbiamo una tre giorni prevista dal 26 al 28 maggio, dove metteremo in pratica per la prima volta questo protocollo con le squadre ed i piloti che parteciperanno”.

Il numero chiuso, nello specifico di 20 vetture per il circuito capitolino, rappresenterà un problema per voi?
“Sicuramente non possiamo pensare di tornare ad operare sui numeri pre-Covid19, ma noi come le squadre ed i circuiti cerchiamo di ripartire. Tra il restare fermi e ricominciare, abbiamo scelto questa seconda ipotesi, consci del fatto che non sarà facile, anche perché probabilmente ci saranno le frontiere chiuse, ma c’è grande fermento e voglia di ripartire da parte di tutti”.

Hai avuto sicuramente modo di parlare con gli autodromi che ti ospiteranno, qual è stato il primo riscontro su queste normative?
“Sicuramente le norme definite da ACI Sport sono il punto di partenza per tutti, mi aspetto poi che ci siano, come è fisiologico in questi casi, dei miglioramenti”.

Come gestirete l’arrivo dei piloti dall’estero?
“Questo è uno dei punti in questione, non solo per i piloti, ma anche per il personale delle squadre. Quali organizzatori, dovremo ricevere in anticipo la lista di tutti i partecipanti, rispettando le normative vigenti e soprattutto i numeri massimi concessi, inviando una lista alla Federazione che previa approvazione, invierà una lettera di invito. Questo dovrebbe facilitare i viaggi sia internazionali che transregionali”. Un po’ come tuttora avviene per i campionati mondiali, quali ad esempio Formula 1 e WEC, che per Stati quali Russia, Cina ed Azerbaijan necessitano dell’accredito ufficiale per richiedere il visto".

Rimane tuttavia la problematica della quarantena…
“Per quanto riguarda i meccanici ed i tecnici, soprattutto per coloro che sono assunti a tempo pieno, il problema è relativo, perché il lavoro in pista è spesso collaterale a quello in officina. Potrebbe essere più complesso invece, il viaggio singolo, ma si tratterebbe comunque di un viaggio di lavoro che rientrerebbe nelle 72 ore in cui non dovrebbe rientrare l’obbligo di quarantena”.

Ci saranno dei costi maggiori per adattarsi a queste normative da parte dei circuiti?
“Mi immagino di sì, ma l’alternativa rimarrebbe quella di non lavorare. Oltre al rispetto delle norme d’igiene, bisogna mantenere quelle del distanziamento sociale, che immagino sia difficile da rispettare nei box in operazioni concitate, ma che richiederà quindi una forma di controllo da parte del personale di servizio. Lo stesso vale per chi opera in pista, credo che per il recupero di vetture o interventi di soccorso, ci saranno degli specifici protocolli da seguire”.

Pur non essendo direttamente coinvolto, quando ti aspetti la ripartenza dei campionati?
“In realtà siamo più coinvolti di quanto non sembri, la partenza dei campionati è strettamente legata al lavoro di test. Personalmente penso non si potrà iniziare a correre prima di luglio, ma questa apertura ai test è un segnale importante. Per il resto siamo vincolati anche e soprattutto ai decreti ministeriali”.

C’è qualcosa che pensi sia facilmente realizzabile, di queste nuove normative?
“La fase di iscrizione, pagamenti e comunicazioni completamente online, anche dei risultati. È qualcosa che facevamo già da tempo e che non comporta nessuna difficoltà per noi. Su questo, siamo stati più efficaci anche di nazioni come la Germania, che si sta invece adattando”.

E come vedi la situazione all’estero?
“Al momento non abbiamo ancora confermato delle date, proprio per attendere l’aggiornamento dei calendari. Ci sono paesi dove sono già in azione, come la Germania operativa ad Hockenheim con un distanziamento sociale, ma non più che l’obbligo di una mascherina, ed il Nordschleife che ha riaperto alla circolazione turistica. Tuttavia penso che il primo campionato ad aprire le danze in Europa sarà la Formula 1”.
 
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