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GT World Challenge

Sprint a Brands Hatch – Qualifiche
Green e Auer si dividono le pole

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15 Gen [10:56]

Scompare a 86 anni Dan Gurney
mito delle corse a 360 gradi

Marco Cortesi

Il mondo delle corse è in lutto per la scomparsa di Dan Gurney, pilota, team manager e costruttore leggendario, una delle ultime figure così complete ed influenti da lasciare il proprio marchio su tutto il motorsport. Nato nel 1931, Gurney ha per anni visto il racing da dietro al volante, disputando 87 gran premi con quattro vittorie nel Mondiale di Formula 1 attraversando tutti gli anni 60.

Ma la sua prolifica esperienza l’ha portato a prendere parte, sempre nello stesso periodo, alle gare Indy e Nascar, inclusa la 500 Miglia di Indianapolis, e alla 24 Ore di Le Mans. Se al catino dell’Indiana il successo gli mancò per poco con due secondi posti, alla Sarthe riuscì nell’impresa nel 1967 insieme ad AJ Foyt dando tra l’altro il via all’iconico gesto di festeggiare con lo champagne.

Ma è stato con il ruolo gestionale che la sua leggenda si è completata grazie alle vittorie che la All American Racers, con le sue Eagle, ha conquistato a partire dalla Formula 1 (con lo stesso Gurney) fino all’IMSA e all’IndyCar. Tra le altre innovazioni a lui riconducibili, Gurney fu il primo pilota a correre col casco integrale nel 1968, e inventò il flap che porta il suo nome: l’estensione verticale (o quasi) sul bordo delle ali, utilizzata non solo nelle corse ma anche in aeronautica. Un po’ come Bruce McLaren, Gurney ha saputo incarnare quel tipo di pilota/inventore con mente brillante che ha fatto fare al motorsport passi avanti enormi in quel periodo.

Oltre ad essere team manager, è stato poi uno dei fondatori della CART nel 1978, aprendo una spaccatura che avrebbe portato, quasi vent’anni dopo alla rottura totale con Indy e alla nascita di due campionati a ruote scoperte. Gurney ha quattro figli inclusi Justin, che è ora a capo del gruppo AAR, e Alex, due volte campione GrandAm.