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19 Nov [8:19]

Toro Rosso, la gloria in Brasile
in attesa della nuova identità nel 2020

Jacopo Rubino

Manca ancora il Gran Premio di Abu Dhabi, ma il sensazionale risultato di Interlagos ci sembra già il degno congedo del nome Toro Rosso dalla Formula 1. È noto da qualche tempo, seppur non sia confermato ufficialmente, che dal prossimo anno la scuderia di Faenza si trasformerà in AlphaTauri, marchio di moda del gruppo Red Bull. C'è un po' di nostalgia, perché sarà meno evidente l'origine italiana del team, che nel 2006 la multinazionale austriaca volle omaggiare dopo aver acquistato la Minardi. Anche se nella sostanza non ci saranno grosse differenze: la forte componente tricolore, soprattutto a livello umano, resterà.

È però ironico che il nome Toro Rosso sia destinato ad essere accantonato in quella che è stata, probabilmente, la sua migliore stagione. Il sesto posto rinconquistato nel Mondiale è stato raggiunto solo nel 2008, l'anno della vittoria di Sebastian Vettel a Monza. Indimenticabile e forse ineguagliabile. Ma nel 2019 di piazzamenti sul podio ne sono arrivati due: quello di Daniil Kvyat in Germania, e quello appunto di Pierre Gasly in Brasile, addirittura secondo. Risultati entrambi figli di domeniche "pazze", sognate da Liberty Media per vedere in festa anche gli outsider.

Toro Rosso è riuscita a realizzare questo desiderio, e la gioia dei suoi meccanici dopo la bandiera a scacchi era incontenibile: sembrava ben superiore a quella dei titoli Mercedes. In fondo è normale che sia così, per chi normalmente è abituato a sgomitare a centro gruppo.

"Ho sempre definito questa squadra la mia famiglia italiana. Ne adoro lo spirito e la passione, i ragazzi si impegnano tantissimo e questo è stato il modo più bello per ringraziarli di tutti i loro costanti sforzi", ha sottolineato un Gasly al settimo cielo, dopo aver resistito in volata a Lewis Hamilton. Retrocesso in estate dalla Red Bull Racing, il francese al ritorno nella compagine satellite si è davvero ritrovato. E può godersi il momento di gloria: "Da pilota sogni sempre di essere in F1 e immagini il tuo primo podio, ma quando succede le emozioni sono indescrivibili".

Guardando al campionato, si può persino ambire ad un ulteriore passo avanti: la Renault, quinta, adesso è distante solo 8 lunghezze. A metà schieramento possono essere tante, ma chissà. Con un'altra gara piena di sorprese, a Yas Marina nulla sarebbe precluso. E allora sì, che la 14esima e ultima stagione del nome Toro Rosso in F1 sarebbe la migliore.