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25 Mar [12:42]

Vent'anni di Raikkonen e Alonso:
da rookies a volti simbolo della F1

Jacopo Rubino

Gran Premio d'Australia 2001, ecco quattro esordienti in Formula 1: da sinistra a destra nella foto, Kimi Raikkonen, Juan Pablo Montoya, Fernando Alonso ed Enrique Bernoldi. Di quella nidiata, il finlandese e lo spagnolo sono diventati fra i volti simbolo di una generazione (con tre titoli complessivi), e vent'anni dopo saranno ancora in griglia al Gran Premio del Bahrain che apre la stagione 2021. Di strada, le allora giovani scommesse di Sauber e Minardi, ne hanno fatta parecchia. Peccato che, causa Covid, il calendario non si apra a Melbourne come da tradizione, perché l'effetto "viaggio nel tempo" sarebbe stato ancora più suggestivo. Ma la loro longevità resta comunque incredibile.

Già durante il 2020 Raikkonen è diventato il pilota con più presenze nella storia del Circus, superando Rubens Barrichello: a Sakhir diventeranno 332. Per la terza stagione sarà al via con l'Alfa Romeo Racing, cioè la Sauber del debutto, con cui peraltro andò subito a punti. Ora 41enne e padre di famiglia, il campione 2007 ha sempre voglia di sgomitare: "Correre mi è mancato, è stato bello salire in macchina per i test ma ciò che rende divertente questo sport è guidare ruota a ruota in gara. Non vedo l'ora".

Alonso invece rientra con l'Alpine, cioé la Renault appena rimarchiata insieme a cui si laureò iridato nel 2005-2006. L'asturiano, pronto a marcare la partecipazione numero 315, ha la solita fame: "Torno con l'obiettivo di far bene, ovviamente, di poter vincere delle gare e di lottare per il campionato", ha dichiarato alla vigilia. Il terzo Mondiale, a lungo inseguito e tre volte sfiorato, con McLaren e Ferrari, non è mai arrivato e non accadrà certamente nel 2021. Ma Fernando guarda a lungo termine, a dispetto dell'età: "Nel 2022 c'è un'occasione con le nuove regole, vogliamo sorprendere tutti". Intanto ha dichiarato di sentirsi più forte di Lewis Hamilton e Max Verstappen, le stelle di oggi: del resto la fiducia in se stesso non gli è mai mancata.

Alonso e Raikkonen sono stati pure compagni, nel difficile 2014 a Maranello: l'ultimo anno in Rosso dello spagnolo, il primo del secondo capitolo ferrarista di "Iceman", che veniva dall'esperienza in Lotus. Ad accomunarli, anche una lontananza di due anni dalla Formula 1, più o meno forzata, ma sfruttata per esplorare altre passioni motoristiche. Nel periodo 2010-2011 Raikkonen, appiedato dal Cavallino per far spazio proprio ad Alonso, si è misurato nel Mondiale Rally con la Citroen, andando spesso a punti. Tra 2018 e 2020 Alonso ha affrontato il WEC con la Toyota, vincendo un titolo e due 24 Ore di Le Mans, ha riprovato l'assalto alla 500 Miglia Indianapolis in ottica Tripla Corona, si è persino avventurato alla Dakar, peraltro con risultati lusinghieri. Ma alla fine non ha resistito al richiamo della F1 e dell'Alpine, per diventarne il leader, anche carismatico.