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21 Mar 2017 [12:18]

Wolff: «Regole per impedirci di vincere.
Hamilton? Forse un giorno in Ferrari...»

Stefano Semeraro

Toto Wolff contro tutti. Meglio: a difesa della Mercedes, accusata di influenzare illecitamente le regole e guardata dalla concorrenza come la sede del potere sia sportivo sia politico della F.1.
«La Red Bull vede i fantasmi», ha spiegato il team principal delle frecce d'argento alla Gazzetta dello Sport rispetto alla questione del 'bottone misterioso' citato dalla squadra anglo-austriaca. «I nostri risultati nei test dipendono solo da una buona mappatura del motore, altre che pressioni per cambiare le regole. Sono anni che disponiamo di una mappatura che ci permette di andare più forti in qualifica, non c'è nulla di nuovo. Magari a Melbourne ce lo contesteranno, ma noi ci sentiamo tranquilli».

Anche la Ferrari in inverno aveva chiesto chiarimenti alla Fia sulle soluzioni Mercedes, quella volta rispetto alle sospensioni. «La Ferrari è un team solido, con gradi risorse, ingegneri capaci e un leader motivato e capace. È logico aspettarsi che sia competitiva. Nei test era la più veloce e ha percorso un sacco di chilometri. La vedo sul podio a Melbourne, e mi auguro che noi lotteremo per la vittoria. Non è facile restare al vertice per tanti anni, è normale che avversari come Red Bull e Ferrari diventino più pericolosi».
Le nuove regole non gli piacciono: «sono state studiate per impedire che la Mercedes continui a vincere, ci accusavano di non voler cambiare così li abbiamo fatti fare. Il risultato è che avremo macchine più belle e più veloci, impegnative, ma gare più brutte. La F.1 funziona così...».


Anche riguardo al nuovo corso marchiato Ross Brawn e Liberty Media Wolff esibisce fair-play: «mi rendo conto che per lui assistere dal di fuori a successi cui pensava di aver contribuito non sia stato facile, ma conservo un ottimo rapporto con lui, mi ha telefonato per dirmi che certe sue frasi erano state travisate. Se Ecclestone mi mancherà? Come amico sì, per altre cose no. L'addio di Paddy Lowe e l'arrivo di Allison? Le prestazioni di una vettura sono il frutto di chi lavora in basso, non solo dei vertici. Ho sempre apprezzato James Allison, sono felice che sia venuto da noi perché ha la giusta mentalità».

Capitolo piloti. Dalle polemiche sul conflitto di interessi con Bottas al caso Hamilton: «Non sono più il manager di Valtteri, ma lo conosco da dieci anni e lo considero un pilota di talento. Chi mi critica non capisce che il mio obiettvo è far vincere la Mercedes e che non rischierei mai di comprometterlo con una scelta sbagliata. Bottas piace ad Hamilton l'abbiamo scelto perché rimanga a lungo. In genere pensiamo sempre che un pilota debba starsene a casa e fare una vita regolata, ma è sbagliato. Se Lewis riesce a girare il mondo, andare alle sfilate senza che le sue prestazioni ne soffrano, per me non c'è problema. Piace a Marchionne? Le persone brillanti si attraggono. Magari un giorno guiderà una Ferrari, ma per quest'anno e il prossimo ha un contratto con noi».
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