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1 Feb [12:25]

Dal guru di internet a Garcia "positivo"
Le belle storie dalla 24 Ore di Daytona

Marco Cortesi

Sono come sempre tante le storie che si intrecciano alla 24 Ore di Daytona, una delle gare che ha il maggior potere di aggregare situazioni e personalità differenti. Ad esempio, In LMP2, il successo è andato al team Era Motorsport, struttura che, dopo anni di specializzazione nelle vetture da gara storiche, ha affrontato la sfida della... modernità. In pista il Team Principal Kyle Tilley insieme ai piloti "pro" Paul-Loup Chatin, Ryan Dalziel e a Dwight Merriman. Quest'ultimo è stato il co-fondatore di DoubleClick, azienda che ha di fatto inventato la pubblicità online moderna utilizzando display network. Venduta la baracca a Google per oltre 3 miliardi, Merriman e soci si sono dati ad altre avventure, automobilistiche ma non solo, visto che sono tuttora tra i pionieri dei "big data".

Tra l'altro, ha fatto anche scalpore la livrea dell'Era Motorsport, disegnata tramite un concorso da un bambino di 6 anni, e riprodotta sulla carrozzeria dell'Oreca vincitrice.



Garcia positivo al Covid-19

Nonostante un potenziale enorme della vettura, non è stato certo facile centrare la vittoria per la Corvette numero 3. Oltre al problema tecnico che ha costretto Jordan Taylor e Nicky Catsburg a recuperare nelle ultime ore, i due hanno dovuto fare a meno di Antonio Garcia, che dopo la metà gara è risultato positivo al Covid-19 in un controllo. Gli altri piloti sono per precauzione in isolamento, anche se in Corvette le misure di prevenzione erano così strette che, ad esempio, Taylor non ha mai incontrato Garcia, vedendo Catsburg solo al cambio pilota.

HTP Winward parte a razzo
In GT Daytona, ha vinto alla prima apparizione nella categoria in team Winward Racing, che ha iniziato a correre in GT3 lo scorso anno dopo aver fatto lo step dalle gare GT4. La squadra si è affidata per l'assistenza tecnica all'HTP Motorsport, scuderia storica del marchio Mercedes, facendo centro al primo tentativo nella 24 Ore della Florida. A capo del team il duo padre-figlio composto da Bryce e Russell Ward, con quest'ultimo che ha affiancato Maro Engel, Philip Ellis e Indy Dontje. Dopo aver fatto fortuna con il riciclaggio di platino, palladio e rodio dai catalizzatori, la famiglia ha iniziato bene anche l'avventura IMSA in GT Daytona.

Riley forma una squadra perfetta
La LMP3 ha visto prevalere il team Riley, buttatosi nella nuova categoria con tutta la sua expertise. Tra l'altro, il livello dei piloti della vettura numero 73 era particolarmente alto con due "ex" (per ora) dell'IndyCar come Oliver Askew e Spencer Pigot, oltre ad un pro australiano, Scott Andrews, trentenne campione in Formula Ford e plurivincitore della classe, oltre a Gar Robinson, due volte campione Trans-Am. Utilizzando nomi noti e altri poco conosciuti - e quindi sottovalutati nella classificazione - Riley ha costruito un pacchetto piloti globalmente alto. La mossa vincente è stata poi quella strategica di sostituire due volte i freni. Tutte le vetture della classe erano infatti costrette a cambiare l'impianto frenante, con una sosta tecnica minima da 8 minuti. In Riley, anche grazie all'inizio "forte", si è potuto investire su un secondo cambio.