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26 Ago [16:19]

Anteprima Spa - La lenta
discesa all'inferno della Williams

Massimo Costa

Ci sono dati che sono inconfutabili. I numeri, i punti conquistati, le posizioni in classifica. Per capire la crisi sempre più profonda della Williams, è necesario consultare le statistiche. Nel 2014, la Williams con motori Mercedes era risorta da una situazione di difficoltà divenendo la terza forza del mondiale con 320 punti ottenuti da Valtteri Bottas e dal nuovo arrivato Felipe Massa. Nel 2015 i punti ottenuti sono scesi a 257, ma il terzo posto è stato confermato con Massa e Bottas, coppia di piloti mantenuta anche nel 2016 quando i punti incamerati sono divenuti soltanto 138 e nel mondiale costruttori la posizione finale è stata la quinta.

Il 2017, con Massa e Lance Stroll al debutto in F1, quinta piazza ripetuta, ma 83 punti incassati. Nel 2018, con il nuovo arrivato, e rookie, Sergey Sirotkin e Stroll, i punti sono stati appena 7, infine quest’anno con George Russell e Robert Kubica siamo a quota 1 e ben poche speranze di prenderne altri. Stagione dopo stagione, la Williams ha lasciato sull’asfalto decine e decine di punti/dollari, perdendo sponsor, soldi, fiducia.

Tutta le colpe sono state addossate alla figlia del fondatore Frank, ma è anche vero che fu con lei alla guida che la squadra ha saputo essere la terza forza del mondiale pochi anni prima. Chi conosce bene le vicende Williams, sottolinea come proprio quei risultati abbiano indotto a pensare i vertici del team che non serviva un rinnovamento continuo e piano piano ci si è adeguati sopravvalutando i propri uomini, in primis Paddy Lowe, non accorgendosi che il pavimento si stava sgretolando sempre più. E quando è crollato, ormai era tardi per intervenire.

Ora serve ricostruire tutto, perché la FW42 ha segnato uno dei punti di maggior vergogna per la Williams, paragonabile a una HRT o a una Caterham in quanto a risultati. Per non parlare del ritardo con cui il team si è presentato ai test collettivi pre-stagione. Claire Williams ha accettato via Mercedes l’arrivo del rookie Russell ed ha scommesso su Kubica, già con loro nel 2018 come terzo pilota e tester. La FW42 ha un merito: aver visto sempre il traguardo nelle 12 gare disputate con entrambi i piloti. E’ da qui che si deve risalire e qualche squarcio sul futuro si comincia a intravvedere.

Gli sviluppi sembra che funzionino, il divario dagli ultimi del centro gruppo si è un poco assottigliato e soprattutto a Budapest, Russell è stato straordinario perdendo per un soffio l’accesso alla Q2 della qualifica. Non male considerando che l’Hungaroring è un tracciato che richiede molto ai telai. Il punto però, lo ha portato Kubica, e anche se è arrivato grazie ad una penalità inflitta alle due Alfa Romeo a Hockenheim, rimane stampato nella classifica. Ma attenzione, la squadra svizzera ha presentato appello e quel punticino potrebbe sparire. Vedremo. Intanto, Russell e Kubica proseguono nel loro massimo impegno con l’inglese che cerca la riconferma per il 2020 mentre il polacco perderà sicuramente il posto a vantaggio di Nicholas Latifi, tester e protagonista in F2.