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22 Apr 2021 [16:32]

Cambiare team mai così difficile:
quale pilota se la sta cavando meglio?

Jacopo Rubino

Cambiare scuderia è sempre una scommessa. Come sta andando, per chi l'ha fatto quest'anno? Dopo due Gran Premi, tutti i piloti di Formula 1 passati in un nuovo team sono dietro ai rispettivi compagni in classifica: parliamo di Carlos Sainz, Daniel Ricciardo, Sergio Perez, Sebastian Vettel, ma anche di Fernando Alonso, tornato nel Circus dopo un periodo di lontananza. In alcuni casi pesa un po' di sfortuna, ma in generale i test ufficiali ridotti al minimo (quest'anno appena 3 giorni) hanno reso più ostico che mai il processo di adattamento.

Anche per Ricciardo, su cui erano puntati i riflettori per l'approdo in una McLaren in crescita e spinta dalla power unit Mercedes. Fin qui, però, l'australiano ha sofferto un po' al cospetto di un Lando Norris che ha iniziato il Mondiale in forma smagliante. Nella gara di Imola, a Ricciardo è stato pure chiesto di lasciar passare la vettura gemella, inizialmente dietro ma più veloce: "Ho dovuto mettere da parte l'orgoglio", ha ammesso Daniel, che da uomo-squadra ha obbedito. "Per ora devo accettare di essere battuto".

Il team principal Andreas Seidl, però, ha insistito: "Sappiamo che non è immediato passare da un'auto all'altra, e con appena un giorno e mezzo di prove. Queste sono macchine complesse, non è così semplice sentirsi a proprio agio e trovare quei decimi per fare la differenza". Il discorso vale per Ricciardo, ma ovviamente anche per i colleghi nella stessa situazione.

Chi se la sta cavando meglio nel confronto interno è Sainz, l'ex McLaren ora in Ferrari: lo spagnolo ha 14 punti contro i 20 di Charles Leclerc, a cui ha tenuto testa nelle qualifiche di Sakhir, molto meno in quelle imolesi. Ma domenica ha terminato ottimo quinto. Nelle sue parole c'è soddisfazione: "Ho raccolto il risultato che volevo, anche se per qualche errore ho perso del tempo. Devo continuare a lavorare a testa bassa perché so che sto andando nella giusta direzione".

Perez dispone di una super Red Bull e a Imola si è tolto la soddisfazione di far meglio in qualifica del quotatissimo Max Verstappen, chiudendo 2°. Ma il messicano, in una corsa ostica, ha sciupato tutto: "Ho commesso un paio di sbagli che ho pagato cari". Su tutti quello sotto safety-car, quando volendosi riprendere la posizione persa (non era consentito) si è beccato 10" di stop and go ai box. "Sono molto deluso da me stesso, la vettura era ottima e avremmo dovuto fare primo e secondo", ha sottolineato Checo, che deve pure gestire la sempre scomoda pressione del consulente Helmut Marko. Il potenziale, però, è già venuto fuori.

Hanno ambizioni diverse Alonso e Vettel, con le loro Alpine e Aston Martin non così brillante. Lo spagnolo un punto a Imola lo ha portato a casa (a tavolino, per la penalità a Raikkonen), rispetto ai due di Esteban Ocon, ed è stato sincero: "La mia prestazione non è stata buona, per la prossima gara devo essere più preparato. Probabilmente non avevo completa fiducia nella macchina in Bahrain, e neanche qui, e non l'avrò a Portimao. Servirà tempo".

Vettel è stato il pilota titolare con meno chilometri coperti nel precampionato, tradito dall'affidabilità. Uno scotto che continua a pagare, ma dopo il sabato Imola era più contento: "Vedo e sento che stiamo facendo progressi, sessione dopo sessione, giro dopo giro". Ma se il ritardo da recuperare non bastava, domenica sul neo alfiere Aston Martin si è accanita la sfortuna, tra il problema ai freni prima del via e la penalità ricevuta perché i meccanici hanno operato sulla monoposto oltre il consentito. Noie al cambio lo hanno infine costretto ad abbandonare a un giro dalla bandiera a scacchi, mentre Lance Stroll qualche punticino lo ha di nuovo raccolto. In Portogallo i cambi di casacca daranno più frutti?
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