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26 Nov [18:06]

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Alfredo Filippone

A una settimana dal clamoroso arresto di Carlos Ghosn in Giappone, la vicenda entra in un fase più 'tranquilla' sul piano pubblico, ma non dietro le quinte. Oggi è giunta la scontata decisione del consiglio di amministrazione della Mitsubishi Motor Company di revocare Ghosn come presidente di MMC, il membro più recente dell'Alliance Renault-Nissan (attraverso la quota del 34% del capitale assunta dalla Nissan nel 2016).

Mentre proseguono le indagini e gli interrogatori, Ghosn è tutt'ora in detenzione preventiva (e la stessa sorte vive Greg Kelly, suo braccio destro, arrestato insieme a lui) e formalmente indagato per "occultamento" di redditi su un ammontare di 39 milioni di euro e di bonus su 30 milioni maturati in Nissan nonché "deviamento" di fondi dell'azienda, accuse che riguardano gli immobili messi a sua disposizione e anche, pare, un contratto di consulenza, reputato 'fittizio', di 100.000 dollari l'anno a favore di sua sorella.

Secondo la legge giapponese, il manager 64enne potrebbe essere trattenuto in detenzione preventiva sino al 4 dicembre, periodo che può essere prolungato in caso di nuovi capi d'accusa. Il dirigente franco-brasiliano è detenuto nel carcere di Kosuge, a Tokyo, e non beneficia di eccezione alcuna rispetto alle severe condizioni di vita dei penitenziari nipponici. In osservanza dei protocolli diplomatici, è regolarmente visitato dall'ambasciatore francese e dal console brasiliano, che lo hanno trovato 'sereno e pronto a difendersi' dagli addebiti mossigli, che contesta in toto. Ghosn ha affidato la sua difesa a un penalista molto noto in Giappone, Motonari Otsuru.

Sul fronte della guerra in seno all'Alliance Renault-Nissan, dietro ai proclami di facciata sulla volontà di mantenere l'alleanza (compreso, quello congiunto, fatto dai ministri dell'Economia francese Le Maire e giapponese Seko) per tranquillizzare i mercati, fervono le grandi manovre e non si capisce come potrà essere ripristinata una minima fiducia fra le due componenti. A Parigi, non sbolle la "collera" (è il termine usato da una fonte anonima in seno all'azienda) del management Renault e dei vertici del governo francese, per il 'colpo basso' dei giapponesi nei confronti dell'azionista principale della Nissan, tenuto all'oscuro di tutto, sia dell'inchiesta interna segreta nei confronti di Ghosn, che del suo defenestramento e linciaggio pubblico compiuti lunedì scorso dal CEO di Nissan, Hiroto Saikawa.

La Renault sta conducendo un proprio audit interno sull'operato di Ghosn, non fidandosi di quello dei giapponesi, e come noto, ha soltanto sospeso temporalmente il proprio dirigente. In ogni caso, anche se la vicenda dovesse venir ridimensionata, appare impossibile che Ghosn possa tornare non solo al comando dell'Alleanza (nel caso lo voglia...), ma anche al timone di Renault, visto il siluro alla sua credibilità. Non è sfuggito a nessuno che i sindacati francesi, con i quali Ghosn ha sempre avuto rapporti difficili, si siano affrettati ad esautorarlo non appena è scoppiata la grana. L'era Ghosn sembra davvero finita, ma il post-Ghosn è tutto da scrivere.