Davide Attanasio - XPB Images
In Formula Uno è difficile interiorizzare il concetto di pausa. Raramente si sta con le mani in mano, raramente a qualcuno - per non dire a tutti - non frulla il cervello per qualsivoglia motivo. Su questo concetto, quello di iperproduttività, ci sarebbe da aprire un paragrafo a parte. A ogni modo, in questi mesi ci si lambicca il cervello per cercare di arrivare a un compromesso circa due grandi aree della F1 che verrà, o meglio, della F1 che già è per molti: i motori e i carburanti.

Le discussioni di questi giorni vertono sul problema dei costi: le benzine dell'anno prossimo saranno al 100% sostenibili, inclusa la cosiddetta "catena di produzione", che vede tra le altre cose anche la ricerca e lo sviluppo degli ingredienti da mettere insieme per dare vita alla miscela vincente. I fornitori di carburanti di ciascuna squadra - dalla Shell per la Ferrari alla Petronas per la Mercedes, e così via... - sono impegnati in questo lavoro da parecchio tempo ormai.
Ci si è resi conto, però, che come tutte le tecnologie nuove, esclusive e pionieristiche, queste andranno a costare un occhio della testa, con bollette che si prospettano ben più salate di quelle attuali. Fortunatamente questa spesa, ora nel budget cap, non verrà considerata, stando al regolamento finanziario 2026, ma questo non significa che le squadre saranno contente di destinare tutte quelle risorse che, magari, sarebbero potute essere spese in altri settori.
C'è chi sostiene che i costi andranno ad abbassarsi naturalmente, come Nikolas Tombazis, direttore del cosiddetto "Single Seater Department of the FIA", e che la F1 debba continuare a svolgere quel ruolo di innovatrice per far sì che poi quelle tecnologie abbiano un effetto anche su larga scala; c'è invece chi invoca una standardizzazione per far sì che i costi possano essere maggiormente sostenibili. E questa è l'opinione del presidente FIA Mohammed Ben Sulayem.
Le elezioni per eleggere il nuovo capo della Federazione, sono previste per il 12 dicembre 2025, e dovrebbe essere una lotta a due tra lo stesso Sulayem e Tim Mayer (nella foto sotto), voglioso di destituire l'emiratino. Eppure, il 63enne di Dubai, da come parla del futuro, sembra convinto che su quella poltrona si siederà ancora per qualche anno. Comunque, per il 2026, sulle benzine c'è poco da fare: la strada è segnata. I discorsi attuali potrebbero perciò avere un effetto nel 2027.
Discorsi che Sulayem ha fatto anche riguardo ai propulsori. Era prevista una riunione in questi giorni tra la FIA, i produttori di motori e i responsabili delle squadre, ma secondo The Race è stata rinviata a data da destinarsi. C'è infatti troppa discordanza su un tema che non riguarda il 2026, bensì il ciclo tecnico che verrà ancora dopo: quali saranno i motori del futuro? E soprattutto, quando introdurli?
Nel 2026 il motore sarà sempre un turbo-ibrido, come dal 2014 a questa parte, ma con delle differenze sostanziali: il contributo dell'elettrico/ibrido (ci sarà l'eliminazione dell'MGU-H e tutto verrà gestito dall'MGU-K) verrà aumentato al 50%, andando così a spartirsi equamente con l'apporto dell'endotermico. Ecco, questo motore, non molto caro a Sulayem, dovrebbe essere poi sostituito da un V8 da 2.4 litri (come dal 2006 al 2013) con una componente ibrida assai ridotta.
Più o meno sono tutti d'accordo, il problema, o meglio, il punto di scontro è più che altro, come già detto, sul "quando" introdurli. Attualmente, i nuovi motori 2026 durerebbero fino al 2030 incluso, ma Sulayem (e chi per lui) vorrebbe anticipare il cambio al 2029. Ed è qui che avrebbe incontrato l'opposizione di Audi e Honda, che in F1 ci sono rientrate (nel caso dei tedeschi sarà un debutto assoluto) anche per via della direzione tecnologica intrapresa, incentrata sui nuovi turbo-ibridi prossimi al debutto.

Come è noto, per approvare un eventuale anticipo nell'introduzione dei nuovi V8, servirebbe la maggioranza assoluta tra la FIA, la FOM (quindi Liberty Media) e i cinque produttori di motori (RB Powertrains, Ferrari, Mercedes, Honda, Audi). Maggioranza che al momento appare lontana. Ovviamente, visti gli investimenti per i carburanti, e visto quanto la F1 stia spingendo per una sostenibilità zero entro il 2030, questi resterebbero a priori a "equipaggiare" i motori.