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5 Ago [17:42]

Dure reazioni al ritiro di Lynk&Co
Sgomenti i piloti Muller ed Ehralcher

Alfredo Filippone

Il ritiro immediato di Cyan Racing e Lynk&Co dal WTCR, per i noti problemi di sicurezza degli pneumatici, ha avuto, com’era da prevedere, l’effetto di una bomba nell’ambiente del WTCR. Rapidissime – e non tenere con il team svedese e la Casa cinese, nonostante il linguaggio istituzionale - le reazioni delle parti in causa. In una nota ufficiale, Discovery Sport Events, promotore del FIA WTCR, si dice “sorpresa” da una decisione “che non era attesa, alla luce dell’intenso dialogo fra FIA, Cyan Racing, Geely Group Motorsport, Goodyear e WSC per risolvere il problema di pneumatici emersi durante l’ultima gara del WTCR in Italia”.

La nota rivela che vi era una concreta proposta di soluzione, con la riduzione di 20 kg del compensation weight (zavorra) applicato alla Lynk@Co e la tenuta di una sessione di test supplementare nel weekend all’Anneau du Rhin per verificare il buon funzionamento delle gomme. Sullo stesso tono, la GoodYear, fornitore degli pneumatici, che precisa inoltre di aver offerto la sostituzione di tutte le gomme fornite a Vallelunga eventualmente ancora in possesso dei team. “L’annuncio [del ritiro di Cyan Racing] è non solo sorprendente ma anche infelice e condividiamo il sentimento collettivo di frustrazione”.
 
Non la pensa diversamente la WSC, la ‘guardiana’ del regolamento tecnico TCR, con Marcello Lotti che ricorda che i termini della soluzione concordata avrebbe reso le Lynk&Co “più leggere di 30 kg rispetto al peso che avevano a fine 2021”. La nota della WSC termina esprimendo “il pieno sostegno alla FIA, al promotor e ai concorrenti della serie”. Resta che il WTCR scende in pista questo fine settimana sull’Anello del Reno, in Alsazia, con 12 vetture e senza i due eroi locali, Yvan Muller e Yann Erlacher, i cui volti campeggiano sui poster dell’evento e chiaramente motivo e richiamo principale della manche del WTCR in terra alsaziana, che subisce un danno irreparabile.

Zio e nipote (sei titoli in due) hanno esternato la loro impotenza e desolazione a autohebdo.fr. “Mi sembra di vivere un incubo”, ammette il campione in carica Ehrlacher, “ovviamente, da pilota, il mio desiderio è correre, ma da professionista, devo accettare le decisioni del mio datore di lavoro e non entro nel merito di questioni politiche. Ma fa male essere costretto a fare lo spettatore di una gara che si svolge a 15 minuti da casa".
ù
Gli fa eco il leggendario Yvan: “Dobbiamo accettare la decisione, ma emozionalmente, è molto dura. Siamo passeggeri della situazione. Per l’Anneau du Rhin, per la collettività locale, che aveva investito molto in questo evento, è un dramma e se ne ricorderanno. Non credo che Yann ed io avremo mai più la possibilità di correre in casa, davanti alla nostra gente".