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20 Mar 2017 [14:48]

Ecclestone e la realtà perduta
Liberty dovrà cambiare molte cose

Massimo Costa - Photo 4

Bernie Ecclestone ritiene che Liberty voglia cancellare la sua storia e rendere la F.1 un paddock meno esclusivo. Questo è quanto ha dichiarato ad alcuni giornali inglesi. Non pensiamo sia così. Ecclestone, nonostante sia stato fondamentale nello sviluppo e nella crescita della F.1, ormai da anni ha perso il contatto con la realtà. Ha impoverito il paddock (termine curioso per chi fa del business il suo credo), alzato barriere, resi impossibili i costi di tutto ciò che circonda la F.1, ucciso la tradizione, portato la F.1 in posti assurdi e impensabili provocando buchi pazzeschi ai proprietari dei circuiti svaniti nel nulla (chi si ricorda più di Corea, India) e di quelli attualmente inseriti nel calendario.

Per questo è necessario che Liberty riporti tutti con i piedi per terra visto che le persone che circondavano Ecclestone ne erano semplicemente succubi e complici. Ross Brawn è la persona con le giuste competenze per cercare di cambiare le cose, anche il format dei weekend F.1, bloccati per esempio da prove libere del venerdì completamente incomprensibili e assolutamente non appassionanti per il pubblico. E poi, sarà importante modificare tante altre cose specifiche per gli addetti ai lavori.

Ecclestone chiama esclusiva la "sua" F.1 e proprio questo è il punto. I paddock da qualche anno sono divenuti una sorta di deserto, un luogo per pochi che gonfiano il petto per un evento riservato a chi indossa abiti firmati dalla testa ai piedi (Abu Dhabi ne è un triste esempio). Per non parlare del cosiddetto Paddock Club, una follia degli ultimi anni riservata ai VIP, un ritrovo di pochi che amano sentirsi privilegiati e di cui interessa ben poco lo svolgimento di prove e gare.

Non dovrebbe essere così uno sport popolare come la F.1. Non lo era, neanche tanti anni fa, e dunque l'augurio è che si possa tornare a un livello più umano. Con pochi euro gli spettatori possono entrare nei paddock delle gare WEC, DTM, WTCC, per non parlare di quanto avviene negli USA. Perché invece, in F.1 i fans sono visti come il male assoluto? Certo, non si deve esagerare, creare un affollamento che impedirebbe agli addetti ai lavori di lavorare serenamente, ma una via di mezzo è necessario trovarla.

Sarà anche importante che i piloti non continuino a trincerarsi dietro barriere, che diventino più personaggi tornando ad essere l'elemento fondamentale della F.1, troppo schiacciata dalla tecnica. Molti piloti, in realtà, condividerebbero volentieri del tempo con i fans o con la stampa, ma la freddezza mostrata nei loro confronti è stata innescata con voluta perfidia dalle stesse squadre. Ad alcuni piloti queste barriere purtroppo piacciono. Michael Schumacher, per esempio, fu tra i primi top driver a tenere lontani tutti: fans, stampa, eccetera. Indimenticabili le conferenze stampa Ferrari nelle quali anziché il pilota tedesco appariva un registratorino con la sua voce, il tutto con l'avvallo di Jean Todt, allora team principal Ferrari.

Anziché condannare questo triste operato, si è andati verso tale direzione. Una chiusura sempre più totale che non si verifica in nessun altro sport professionistico. Ecco perché tutti si augurano che Liberty Media possa cambiare alcuni aspetti, che definiremmo antipatici, di questa F.1. Sarà un percorso non facile da affrontare, in F.1 vince spesso l'ottusità dei suoi protagonisti, soprattutto i team principal, ma almeno sarà fondamentale provarci. Con buona pace di Ecclestone (che a quanto pare non vuole accettare serenamente di farsi da parte) e della sua gloriosa cricca.
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