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2 Ago [20:05]

Ghiotto lascia il segno
Lavoro da Iron Man per Williams

Da Budapest - Massimo Costa - Photo 4

Non ci deve aver dormito la notte Luca Ghiotto. Quando ha visto il programmino di lavoro che la Williams gli aveva preparato, non sapeva più cosa pensare. Da un lato, era gratificato da così tanta fiducia, dall'altro, un po' spaventato. E chi non lo sarebbe stato al debutto in F.1? Ghiotto ha assolto perfettamente l'arduo compito di testare varie soluzioni di assetto, una nuova sospensione, il cambio in carbonio. Gli ingegneri pendevano dalla sue labbra. Ha totalizzato un numero pazzesco di giri, 161 equivalenti a qualcosa come 750 km, più di due Gran Premi. E senza compromettere il piano di lavoro programmato. Nel pomeriggio, ha sostenuto cinque stint da 22 giri l'uno.

La giornata odierna, non può non avere cambiato l'idea che Ghiotto aveva di se stesso come pilota: "Se mi sono sentito un pilota di F.1 a tutti gli effetti? Beh, sono stato quello che tra il primo e il secondo giorno ha completato il maggior numero di giri e la squadra mi ha affidato tante cose importanti da sviluppare. Tutto questo mi ha fatto capire che sì, posso svolgere un lavoro da pilota di F.1 e se una squadra come la Williams si è fidata di me, vuol dire che qualcosa di buono c'è..."

Tante cose nuove e avevi la freddezza necessaria per intuire le variazioni che venivano portate alla macchina?
"La squadra ha deciso di provare cose completamente nuove in vista delle prossime gare e capire il comportamento della macchina non è stato particolarmente impegnativo. Quando invece vengono fatte sulla vettura variazioni minime, sicuramente diventa tutto più complicato. In ogni caso, riuscivo a sentire quello che cambiavano, il mio resoconto corrispondeva con ciò che gli ingegneri si aspettavano e direi che è andato tutto per il verso giusto".

E fisicamente come è andata?
"Sono veramente sorpreso della mia resa perché 161 giri sono due GP e penso nella mia carriera di non aver mai percorso più di 100 tornate. È una macchina molto fisica, ma il servosterzo che in Formula 2 non c'è, fa sollecitare più testa e collo e un po' meno le braccia aiutandomi. E per questo sono riuscito a portare a termine tutti i giri senza particolari sofferenze".

Come ti sei trovato con il carico aerodinamico?
"È stata la cosa più difficile. Quando devi fare un giro spinto e poi rallentare per far raffreddare le gomme, è difficile essere costanti. Riesci a fare una differenza abissale in una curva rispetto a quando fai un long run, poi magari perdi tempo in quella successiva. È molto difficile essere costanti, ma dopo due tre run sono riuscito a trovare il ritmo giusto".

Ora cosa ti aspetta con la Williams?
"Al momento la squadra non ha un pilota emergente in un ruolo interno e spero mi si dia la chance di fare altri test in futuro. Diciamo che vado a casa tranquillo".

Cosa ti hanno detto gli ingegneri?
"Sono rimasti colpiti dal fatto che sono riuscito a completare così tanti chilometri senza problemi e a fornire le indicazioni necessarie. Spero quindi che tutti questi complimenti e i tempi ottenuti nel turno del mattino con le soft, possano portare a qualcosa per il futuro".