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ridotta: due piloti su ciascuna 9X8 LMH

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Svelata la Gen3 Evo: maggior efficienza
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Test a Hockenheim - 4° turno
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28 Gen [21:54]

Guasti, turbine, papere, proboscidi...
È un nuovo che affascina...

Marco Cortesi

Ha un bel fascino questa situazione. Quella in cui i team della Formula 1 si trovano a dover ripartire da zero sotto molti punti di vista. Prima di tutto riporta ad una dimensione in cui la massima serie dovrebbe essere… massima in tutto, anche nella ricerca e nell’innovazione. Esplorare il (quasi) sconosciuto, terreni nuovi e vergini, anziché andare addirittura ad aspettare che il prodotto ci arrivi prima. Inoltre, stiamo vivendo quasi le stesse scene che si sono viste spesso negli anni d’oro, '60 e '70, quando, in seguito alla scoperta di qualche nuovo “segreto”, tutti si trovavano a rifare le cose daccapo. Come quando sono state inventate le ali, o l’effetto suolo, o quando arrivarono i turbo per la prima volta. Magari non è la stessa cosa, però specie per uno che allora non era ancora nato, è curioso ed interessante.

La Formula 1 di oggi affronta un’innovazione della stessa portata di quelle di allora. E se è vero che per il pubblico (che a Jerez è arrivato) è dura vedere le vetture completare pochi giri, l'appeal di quelle prime uscite dai box di auto così nuove e diverse, il vedere con qualche dubbio se le nuove arrivate non perderanno pezzi alla prima uscita, o che forma avranno, ha un gusto tutto particolare.

Finalmente le nuove auto sono un po’ diverse le une dalle altre, non semplicemente figlie della dominatrice dell’anno prima. Sfortunatamente, lo sono anche nel brutto, a causa di un regolamento che obbliga alla nascita di proboscidi (per dirla con eleganza), papere, aspirapolveri ed altre cose non particolarmente “cool”. Ma anche questa varietà ha il suo perché. Non è che i primi airscope degli anni ’70 fossero un granché belli, così come le altissime ali del ’67, e molte wing-car erano inguardabili.

E’ finalmente tornata un po’ di fantasia. Magari servirebbe che ai vertici della Formula 1 arrivasse un po’ di sensibilità estetica perché, comunque, i team alla fine costruiscono la macchina attorno alle regole. Però, è curioso vedere qualcosa di particolare, diverso, che fa discutere e ci fa chiedere “ma arriverà alla fine di un giro?”. Che ci fa andare a cercare su google gli animali più strani per capire a cosa assomiglia. Che mette in imbarazzo i piloti perché manco sanno cosa rispondere...