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2 Giu 2021 [7:45]

I segreti della vittoria di Castroneves
Una storia di macchine e persone

Marco Cortesi

La Indy 500 che Helio Castroneves ha vinto è stata il più grande evento collettivo al mondo da inizio pandemia. Un successo importantissimo per Roger Penske ed il suo gruppo, che sono andati "sold out" coi biglietti. Ancor più degno di nota, il fatto che 90.000 persone si siano vaccinate proprio in pista nel periodo prima della gara, e anche nel giorno stesso.

Per Helio, "solo" 1 milione e 800 mila $
Un'edizione memorabile, per molti aspetti. Oltre alla soddisfazione di aver scalato le reti davanti ai fan festanti, Castroneves si è portato a casa 1.828.000 dollari. Una cifra lontana dal suo stesso record del 2009 (oltre 3 milioni) per via dei pochi giri condotti e della pole mancata, ma comunque superiore a quella di Takuma Sato dell'anno scorso. Una delle prime cose che ha voluto fare, è stato andare a trovare un suo super-tifoso, Jameson Terzini, che aveva visitato nella "parata al contrario" pre-gara e a cui aveva promesso di tornare in caso di vittoria. Promessa mantenuta.

Meccanici dall'IMSA, vettura da... Hanley
Castroneves ha trovato al team Meyer Shank la destinazione cucita intorno a lui. Una scuderia familiare, gestita da Michael e dalla moglie Mary Beth Shank con il supporto di Jim Meyer, in cui tutti lavorano tanto e non ci si fanno troppi problemi. Dopo aver dovuto rinunciare a correre nel 2012 perché Chevy e Honda non gli avevano voluto fornire un motore, Shank ha costruito tutto pezzo per pezzo. La vettura della quarta vittoria di Castroneves, ad esempio, è arrivata dal team DragonSpeed, quella che Ben Hanley aveva pilotato nella sua breve e avara di soddisfazioni esperienza in IndyCar. Per seguire il campione brasiliano, Shank (che ha alle dipendenze circa 50 persone) ha chiamato il team di meccanici che normalmente segue l'Acura ARX05 di Dane Cameron e Olivier Pla nell'IMSA.

Ai box un volto amico
Per dare un'idea dell'impegno, Castroneves si presentava alle 7 del mattino per le prove di pit-stop, di modo da simulare il più possibile la situazione reale. Ad aiutarlo anche il capo meccanico Matt Swan, che aveva trovato ad inizio carriera in CART al team Hogan.  Alla fine, la situazione è stata la più propizia, e i risultati si sono visti. Ora, l'idea è di tornare presto in pista, anche se le concomitanze con l'IMSA renderanno difficile aggiungere gare al programma iniziale...

DALLARAPREMA