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9 Nov [12:35]

Il BoP non può essere un alibi per i
costruttori, ma servono nuove misure

Michele Montesano - XPB Images

Croce e delizia del FIA WEC, il BoP (Balance of Performance), pur se non espressamente menzionato dagli addetti ai lavori, è stato nell’occhio del ciclone nell’arco di tutta la stagione del Mondiale Endurance appena conclusa. Infatti, in diverse occasioni i team hanno puntato il dito sul sistema chiamato a bilanciare i valori in campo tra le due tipologie di vetture, LMH e LMDh, impegnate in pista.

L’arrivo di numerosi costruttori, che aumenteranno ulteriormente nel 2024, ha portato più visibilità al WEC ma, al contempo, ha messo in evidenza un sistema troppo macchinoso e di difficile comprensione da parte di un pubblico più generalista. Senza dubbio un male necessario, al fine di uniformare le prestazioni delle varie Hypercar, il BoP però dovrà essere rivisto per rendere più comprensibili le gare e, soprattutto, rendere giustizia al lavoro svolto dai costruttori.



La stagione appena trascorsa, la prima che ha visto correre contemporaneamente LMH e LMDh, si può infatti dividere in tre fasi. La prima, che ha preceduto Le Mans, in cui tutte le squadre hanno lavorato al fine di trovare la quadra sulle rispettive vetture, oltre a studiare il livello degli avversari, e che ha visto emergere le LMH di Toyota e Ferrari. La 24 Ore di Le Mans stessa, in cui è stato utilizzato un BoP differente oltre alla reintroduzione del pre-riscaldamento degli pneumatici prima di scendere in pista. Infine l’ultimo scorcio di campionato che, da Monza fino al Bahrain, ha visto un BoP più favorevole alle LMDh.

Nate da due regolamenti diametralmente opposti, il primo anno di coabitazione tra LMH e LMDh ha costretto FIA e ACO a rivedere le procedure del BoP. A differenza della scorsa stagione, in cui le equivalenze venivano ritoccate di gara in gara, si è quindi deciso di garantire una maggiore stabilità stilando un BoP che raggruppasse più gare, basandosi inizialmente tramite simulazioni e poi sull’analisi dei dati raccolti in pista.



A seguito di un incontro, tenutosi a Parigi lo scorso settembre, in cui si è discusso tra i costruttori e la FIA sulla possibilità di rivedere il sistema del BoP, pare siano uscite reazioni contrastanti. Di conseguenza si è deciso di mantenere invariata la linea adottata finora cercando di perfezionarla anziché stravolgerla. Infatti, oltre alle performance in pista, bisogna monitorare anche una possibile escalation di costi da parte delle Case automobilistiche impegnate nel campionato.

A tal proposito Richard Mille, il presidente della Commissione Endurance della FIA, si è così espresso: “Sappiamo già come evitare una possibile impennata di costi. Oltre alla finestra di prestazione, abbiamo diversi parametri su cui poter lavorare per mitigare una tale ipotesi. Il BoP non può essere un alibi per i costruttori, se sono state effettuare scelte errate in fase di progettazione non c’è modo di poter agire per riportate tutti allo stesso livello. Stiamo lavorando per introdurre un sistema di equivalenza più semplice e che dia più meritocrazia a chi ha lavorato meglio”.

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