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7 Apr 2022 [12:34]

Il Gran Premio di casa tre anni dopo:
Ricciardo fa i conti con le sue scelte

Jacopo Rubino - XPB Images

In questo weekend Daniel Ricciardo torna a correre di fronte al suo pubblico, a Melbourne, dove tre fa anni inaugurò la vita post Red Bull. Che senza dubbio, però, non è andata come avrebbe desiderato. Il tutto mentre la sua vecchia squadra, quella che l'ha supportato fin dalle categorie minori, e con cui si era affermato fra i top della Formula 1, ha raggiunto nel 2021 il trono iridato. Qualche riflessione diventa inevitabile, dall'esterno. Rimpianti? "Capisco che mi venga chiesto, ma non mi disturba. È così che vanno le cose", ha commentato Ricciardo alla vigilia della del Gran Premio d'Australia, come si legge sul The Herald Sun. "Ovviamente vorrei vincere un titolo con la McLaren, e dire che avevo ragione io, ma fino ad allora mi rendo conto che ci sarà un certo tipo di opinione".

Come sarebbe potuta andare rimanendo in Red Bull? Con il senno di poi, Daniel avrebbe probabilmente ottenuto altre vittorie, battagliato al vertice, anche contro l'attuale campione in carica Verstappen, che stava però ormai crescendo e calamitando sempre più le attenzioni dentro al box. E la Red Bull, forse, non avrebbe avuto bisogno di guardarsi in giro: Sergio Perez è stato scelto dopo Alex Albon e Pierre Gasly, non totalmente convincenti sul sedile ex Ricciardo.

Christian Horner, team principal Red Bull, al quotidiano The Australian ha parlato di un'offerta "stratosferica" fatta nel 2018 a Ricciardo per restare, "ma lui vedeva Max in ascesa e non voleva diventare lo scudiero. È un grande pilota e fummo dispiaciuti quando decise di lasciare". La presenza ingombrante dell'olandese pesò, ma non fu l'unico fattore: "La squadra stava passando ai motori Honda, c'erano molte cose che mi davano un senso di poca stabilità", ha raccontato Ricciardo, "e sapevo che nel 2019 non avrei comunque avuto ancora il mio ingegnere di pista (Simone Rennie, ndr)".



La scelta fu quella della Renault ("sentivo che fosse la cosa giusta"), ma il biennio 2019-2020 non si è rivelato così esaltante, senza il salto di qualità. In chiusura arrivò però podio del Nurburgring, "costato" in pegno un tatuaggio all'ex boss Cyril Abiteboul, bissato a Imola. Ma nel frattempo Daniel aveva deciso di nuovo di cambiare aria, accettando per il 2021 l'offerta della McLaren. Lo scorso anno, a Monza, Ricciardo ha avuto l'onore di riportare la scuderia di Woking alla vittoria, oltre che se stesso, ma in generale il binomio non ha dato i frutti attesi, con tante giornate opache e un confronto molto scomodo al cospetto di un altro astro nascente, Lando Norris.

Il 2022 è partito a handicap: Daniel ha saltato i tre giorni di test in Bahrain a causa del COVID-19, perdendo chilometri preziosi, ma soprattutto la MCL36 si è rivelata una monoposto deludente. Anche per questo, a quasi 33 anni, la parabola di Ricciardo sembra ormai aver perso slancio: un peccato, per il talento, la velocità dimostrate in precedenza, senza dimenticare le doti umane e la simpatia di uno fra i personaggi più amati della griglia. "Darlo per perso sarebbe un errore, sappiamo di cosa è capace", ha insistito il suo ex mentore Helmut Marko. Ma certe decisioni cambiano un'intera carriera.
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