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9 Dic 2017 [14:18]

Il marchio Maserati sulle Haas?
Affascinante, ma difficile. Ecco perché...

Massimo Costa

Nei giorni scorsi il Corriere della Sera, sull'onda dell'entusiasmo del marchio Alfa Romeo che ricompare in F.1 sulle fiancate della Sauber, si è spinto ancora più in là. Sergio Marchionne, non pago di questa operazione, starebbe infatti pensando di introdurre in F.1 anche il brand Maserati legandolo all'altra squadra che gode della fornitura dei motori Ferrari, l'americana Haas. L'ipotesi è certamente suggestiva anche se la presenza del nome Maserati in F.1 risale agli Anni Cinquanta: 70 le presenze, nove le vittorie (sette di Juan Manuel Fangio, due di Stirling Moss). Poi, poco o nulla, se non un ritorno alle competizioni con la bellissima e vincente MC12 nel Gran Turismo nel periodo 2004-2009.

Va però detto, che Gene Haas è un personaggio che non accetta molti compromessi. Il team principal americano, presente da anni nella Nascar, è entrato in F.1 oltre che per passione, per promuovere il proprio nome nel mondo favorendo una visibilità incredibile per i macchinari industriali che produce e vende. Non è un caso che sulle fiancate delle sue monoposto appaia ben visibile la scritta Haas. Mister Gene, ha detto no alla Ferrari che voleva girargli Antonio Giovinazzi, non ha voluto il marchio Alfa Romeo (da qui il passaggio alla Sauber) e figuriamoci se accetterà di mettere sulle sue vetture il Tridente.

Lo scopo di Haas non è quello di rendere visibili altri marchi se non il proprio. Dunque, a conti fatti, Marchionne e chi spinge per lui dovrà mettersi almeno per il momento il cuore in pace. Poi, chissà, dopo un certo periodo in F.1, se Haas riterrà di avere raggiunto l'obiettivo preposto di far conoscere il proprio nome ovunque, allora potrà aprire le porte ad altri sponsor.

Nella foto, Fangio con la Maserati 250F al GP di Monaco 1957
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