FIA Formula 2

Il punto della stagione
Il "deb" Fornaroli incanta

Massimo Costa - XPB ImagesAlzi la mano chi, a inizio stagione, immaginava che a soli quattro appuntamenti dalla chiusura del...

Leggi »
Rally

Il punto della stagione
Volata a quattro nel dominio Toyota

Michele Montesano - XPB Images Con quattro piloti racchiusi in appena 13 punti e cinque rally ancora da disputare, quella c...

Leggi »
Eurocup-3

Colnaghi mette le ali
e diventa Junior Red Bull

Massimo Costa Mattia Colnaghi sarà uno dei nuovi piloti del programma Junior Red Bull in ottica 2026. Le sue imprese hanno ...

Leggi »
IMSA

Il punto della stagione
Porsche al top, Acura tenta l’assalto

Michele Montesano L’esito finale è tutt’altro che certo. L’IMSA SportsCar Championship si appresta a vivere un finale di st...

Leggi »
Eurocup-3

Il punto della stagione
Italian Style con Colnaghi-Rinicella

Davide AttanasioIl 2025 dell'Eurocup-3 ha delle tinte ben riconoscibili. Naturalmente, quelle arancioni degli olandesi d...

Leggi »
formula 1

Hamilton e le proprie indicazioni
per la Ferrari del prossimo anno

Massimo CostaNel 2025, almeno fino ad ora, nulla è andato come avrebbero voluto. Lewis Hamilton e la Ferrari, per ora una st...

Leggi »
20 Gen 2019 [14:55]

Il motorsport inglese
preoccupato dalla Brexit

Stefano Semeraro

I britannici da sempre flirtano, con un pizzico di arroganza, sui rapporti fra le loro ‘isole’ e l’Europa. La battuta più celebre la conoscerete: «nebbia sulla Manica, il Continente è isolato». Con l’arrivo della Brexit e soprattutto della possibilità ormai concretissima di una Brexit senza accordo, selvaggia, dopo l’ennesima bocciatura del primo ministro Theresa May, hanno meno voglia di scherzare, compreso chi oltre Manica si occupa di motori.

Una Brexit senza accordo con l’UE significherebbe anche un caos totale per quanto riguarda i rapporti commerciali, ed e è evidente che i team britannici - che in Europa devono fare avanti e indietro durante la stagione di Formula 1, ma non solo - si sentono sui carboni ardenti. Tanto che David Richards, il capo di Motorsport UK, la massima autorità agonistica del suo Paese, negli ultimi mesi ha provato a fare azione di lobbying sul governo per agevolare una soluzione più morbida e ragionevole del problema.

Quando è apparso chiaro che la situazione stava ormai precipitando, fra Richards e tre team F1 - che non sono stati resi noti - si è tenuto nelle ultime ore una riunione ‘di emergenza’, preludio probabilmente ad una presa di posizione della totalità degli addetti ai lavori per contribuire ad evitare il peggio. Quanto potrà costare importare o esportare pezzi di ricambio dopo la Brexit? Quali saranno le regole che verranno applicate sullo spostamento di uomini, macchine e attrezzature varie?

Qualche team - e sono 7 su 10 in formula 1 i team inglesi - potrebbe addirittura considerare l’idea di spostarsi, o di aprire una base operativa sul continente. «Dovremmo essere fieri di ciò che sono riuscite a fare le squadre inglesi nel campo del motorsport - ha tuonato Richards - ed evitare di rendere loro la vita difficile».
Un problema che riguarda tutto lo sport di elite made in UK, dal tennis (Wimbledon) al rugby, al calcio, al ciclismo, che rischia di dover affrontare un aumento di tasse e costi al limite della sostenibilità, oltre che una grossa complicazione nello spostamento di atleti, tecnici, allenatori, etc.

Su Theresa May, che sta lavorando freneticamente e un po’ disperatamente ad un piano B (o C, o D…) grava anche il peso di una responsabilità nei confronti di un settore così popolare ed esposto all’attenzione dei media.
TatuusTRIDENTWSKF4ItaliaF4 SpanishEurocup3G4RacingPREMACampos RacingRS RacingCetilar