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dtm Intervista a Bortolotti<br />"Huracan e SSR migliorati sempre pi&ugrave;"
25 Ott [16:49]

Intervista a Bortolotti
"Huracan e SSR migliorati sempre più"

Luca Basso

Come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, Mirko Bortolotti ha provato fino all’ultimo a sottrarre il titolo del DTM dal capoclassifica Thomas Preining che, tuttavia, ha centrato una notevole doppietta (e due pole position) nell’ultimo round di Hockenheim. Rimane comunque una stagione da ricordare per il pilota italiano di Lamborghini, passato quest’anno dal team GRT a SSR – fino allo scorso anno affiliata a Porsche – e con una nuova vettura tra le mani, la Huracán GT3 EVO2. Alla fine, il bottino racimolato è di tre vittorie e tre pole position, in un campionato con piloti, squadre e vetture di alto profilo nel panorama GT.

Proprio al termine della conferenza stampa post-gara 2, abbiamo avuto modo di parlare con Bortolotti riguardo alla propria stagione nella serie tedesca.

Alla vigilia della stagione del DTM, pensavi fosse possibile lottare per il titolo con macchina e team nuovi?

“Bella domanda! All’inizio, se guardo indietro, qualche dubbio ce l’avevo. È stato anche un avvio di stagione molto difficile, credo che i punti che abbiamo portato a casa nelle prime gare siano stati importanti e anche superiori a quello che poteva essere il potenziale di quella situazione. Strada facendo, la squadra si è adattata al cambio di marchio perché, comunque, passare da Porsche a Lamborghini è uno shock culturale che devi accettare, devi cambiare tutto. Non hai più un punto di riferimento, nemmeno il lavoro fatto in passato sulla macchina, e il tempo ci ha aiutato, sia dal lato di Lamborghini sia dal lato del team, a migliorare determinate cose che, nel momento clou della stagione, ci hanno rimesso in corsa per il titolo".

Qual è stata la differenza nella macchina che vi ha resi più competitivi nel DTM, invece che nel Fanatec GT World Challenge Europe powered by AWS?

“Secondo me, la competitività l’abbiamo sempre avuta anche nel GTWC Europe perché, se guardiamo le qualifiche, siamo sempre partiti in seconda o in prima fila. Poi, sono successe determinate cose, sono gare di durata… Ci sono altri fattori che fanno la differenza rispetto al DTM, dove ci sono corse sprint, hai un pit-stop e una finestra in cui ti devi fermare per cambiare le gomme, un regolamento diverso. Quello che non ha funzionato nel lato endurance è che abbiamo avuto problemi che non siamo riusciti a risolvere come volevamo, come volevamo, vedi Le Castellet e Spa, o al Nürburgring e a Barcellona dove ci sono stati dei contatti a inizio gara che ci ha messo KO.

Queste sono le gare: a volte parti davanti e porti a casa un risultato, altre invece parti comunque davanti e non ti porti a casa un bel niente, ma bisogna sempre capire perché. La competitività c’è sempre stata, anche al debutto con Iron Lynx a Monza siamo andati a podio e secondo me avevamo il potenziale per continuare su quell’onda. Poi, ripeto, ci sono stati dei problemi che ci hanno impedito di essere davanti e poi, in una stagione, con cinque gare dove ne butti via tre… a voi la parola!”.

Il DTM si è dimostrato un campionato molto tosto, dove ogni punto conta. Cos’è che, alla fine, ti ha tagliato le gambe?

“È sempre facile, al termine della stagione, puntare il dito su qualcosa, però credo che bisogna evidenziare il fatto che tutti hanno dato il 110%. Non c’è stato un singolo membro del team che ha fatto un errore eclatante e che ci è costato qualcosa. Ci sono delle situazioni dove, come al Nurburgring, hai dei problemi tecnici che non riesci a risolvere per poter andare in griglia. Si analizza, si cerca di capire da dove vengono i problemi per non averne più. È un po’ il discorso che ho fatto all’inizio e credo che la macchina, ad un certo punto della stagione, ha avuto degl inconvenienti che, a mano a mano, abbiamo risolto. Ovviamente, se ti capitano in momenti cruciali, ti costano dei punti pesanti.

Comunque, non credo che ci sia stato un singolo episodio a tagliarci le gambe. Bisogna anche dare il merito a Thomas Preining, a Manthey e a Porsche perché non hanno avuto guai. Credo che a livello di competitività me la sono sempre giocata, forse qualche ‘zero’ di troppo ci è costato quei punti che potevano, magari, mettere ancora più pressione e cambiare l’esito di un weekend come a Hockenheim. Poi arrivi all'ultimo appuntamento con 10 punti di deficit, quando invece dovevi averne 15 di vantaggio: cambierebbe la musica!”.

Come confronti, invece, questa tua stagione nel DTM rispetto a quella dello scorso anno?

“Credo che avessimo una macchina più matura rispetto a quest’anno, essendo a fine ciclo. Però, abbiamo vissuto più noie col team, buttato via delle gare con i pit-stop e con degli errori che ci sono costati caro. Quest’anno, invece, non abbiamo fatto errori e abbiamo sofferto dei problemi con la vettura perché, appunto, è meno matura. Il potenziale c’era, però c’era sempre un’incognita come abbiamo visto nell’endurance. Proprio come ho detto prima, in qualche gara le cose non sono andate come volevamo e sicuramente questo non ci ha aiutato".

Hai il desiderio di essere ancora qui nel DTM il prossimo anno?

“Io ho il desiderio di correre sempre ai massimi livelli, per misurarci con i migliori. Credo che questo campionato sia, in assoluto, uno dei più importanti per le ruote coperte. La decisione non dipende da me, sappiamo che lo sviluppo della LMDh sta andando avanti, stiamo lavorando molto su quel progetto e che è molto significativo per Lamborghini, però il DTM non lo trascuriamo. Deciderà la Factory dove correrò, dovremmo trovare un modo di far combaciare i calendari, ma al momento non lo so. Possiamo prendere quanto fatto di positivo quest’anno per fare un altro step in avanti, e questo è un altro fattore che non è da dimenticare, in quanto dopo il lavoro fatto l’anno scorso con GRT siamo ripartiti da zero.”

Come ti sei trovato con SSR Performance?

“Come ho detto prima: zero errori dalla squadra, veramente un lavoro incredibile perché hanno cambiato marchio, sono venuti in un campionato così impegnativo con una macchina nuova. Giocarsi il titolo fino all’ultimo giorno contro ‘Grello’ [così come viene chiamata Manthey, ndr] è tanta roba.”

Cosa ti è mancato in gara 2 a Hockenheim per sorpassare Preining? Perché eravate sugli stessi tempi, se non leggermente più veloce, e ho notato che mancasse un po’ di velocità di punta…

"Non solo. Mancavano sei millesimi in qualifica: se partivamo in pole sarebbe stata diversa la storia. In “clean air” è diverso rispetto a stare in “dirty air” e facevo un po’ più di fatica. Secondo me la Porsche a Hockenheim ha fatto vedere per la prima volta il proprio reale potenziale, perché non sono mai stati così performanti. Probabilmente sono stati anche bravi nel gestire la stagione e si sono ritrovati con BoP favorevole e hanno fatto il loro lavoro sulla base di quello che avevano".