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3 Mar [18:25]

Intervista a Bruni
"Mi aspetta una montagna da scalare"

Alessandro Bucci

Impegnato nel WEC e nell’IMSA con Porsche, il romano Gimmi Bruni è reduce da una lunga sessione di test con la Casa di Stoccarda che lo ha visto in azione sia in pista sia al simulatore, dove ha potuto raccogliere dati importanti per il proseguimento della stagione corrente ma, soprattutto, in chiave futura WEC. I prossimi appuntamenti di Sebring, Spa e Le Mans non sembrano preoccupare eccessivamente il veterano Bruni, apparso fiducioso circa le potenzialità dell’equipaggio e dei suoi mezzi. L’intervista è stata occasione anche per spendere qualche parola sui test F1 in Spagna e sul sempre più emergente mondo della Formula E, categoria che Gianmaria vede decisamente di buon occhio.

Gimmi, innanzitutto, come sono andati i recenti test con Porsche in pista e al simulatore?
“Stiamo lavorando su un nuovo progetto, vettura che useremo nel successivo WEC. In quello attuale abbiamo disputato alcuni test sia in pista sia al simulatore, seguendo un programma abbastanza intenso. Mancano ancora tre gare nel campionato attuale WEC e il prossimo step sarà Sebring”.

Lo scorso anno nel WEC avete chiuso in bellezza a Shanghai. Che ricordi hai di quel weekend?
“Fu un fine settimana molto strano, perché da un lato incontrammo una pista molto difficile e impegnativa e ci imbattemmo in una visibilità scarsa, con la gara che fu fermata diverse volte all’inizio, ma dall’altro lato ottenemmo un buon risultato chiudendo al secondo posto. Un weekend buono tutto sommato, dove abbiamo collezionato ottimi punti”.

Con Richard Lietz e Fred Makowiecki hai compiuto una bellissima impresa alla 24 Ore di Le Mans. Ti va di ripercorrere il tutto?
“Fu un appuntamento abbastanza importante per Porsche perché si festeggiavano i 70 anni del marchio. Le vetture avevano una livrea speciale così come i box, che erano allestiti in maniera diversa dal solito e sono felice di aver vissuto quell’atmosfera. Per Porsche il weekend fu molto positivo perché chiudemmo al primo e secondo posto nella categoria GT, forse la più complessa del WEC, dove ci sono tantissimi costruttori specialmente nella 24 Ore di Le Mans. Grazie a un bel giro in qualifica siamo scattati dalla pole e la gara partì bene. Eravamo in testa sino a quando siamo stati penalizzati dalla safety-car. entrati al pit-stop con i nostri avversari abbiamo preso il semaforo rosso rientrando in pista con un ritardo di 4 minuti dalla vetta ma, ciò nonostante, siamo arrivati a 40 secondi dalla vittoria”.

Ti reputi soddisfatto di quanto raccolto alla 12 ore di Sebring?
“Sì è stata una buona gara. Andai come terzo pilota dell’equipaggio americano e non è stato facile, perché non avevo disputato i test ed erano quattro anni che non correvo a Sebring. In gara siamo stati in lotta per vincere e nella top 3, per cui il podio e la vittoria per Porsche che abbiamo collezionato sono dei risultati buoni”.

Se dovessi dare un voto alla vostra stagione 2018?
“Per quanto riguarda Porsche, 10. Ha vinto quasi tutte le gare endurance. Per quanto riguarda l’equipaggio 91 nel WEC e 912 nell’Imsa, per quello che mi riguarda un 7 / 7,5. Abbiamo commesso degli errori come team e piloti, incontrando qualche sfortuna. 'That’s races'. Il WEC è un campionato molto difficile e impegnativo, vi sono rientrato dopo un anno e i nuovi regolamenti che sono stati inseriti nel frattempo non sono stati facili da gestire. Prima si correva potendo usufruire di 6 set di gomme mentre ora quattro e questo comporta una tattica differente. Il test in più a fine stagione aiuta e vedremo di chiudere l’annata agonistica in crescendo”.

Che aspettative hai per il 2019?
“Considerando il livello di competizione che alberga nel WEC sia sul fronte piloti sia su quello team, ogni gara farà storia a sé. La mille miglia di Sebring sarà una corsa strana, con 5 ore di notte e 3 di giorno. Dopodiché avremo la 6 ore di Spa e la 24 Ore di Le Mans, una corsa lunga e dura. Quattro gare e tre appuntamenti valevoli per i punti, 14 ore (sommando Sebring e Spa) e la 24 ore… tutto può succedere. Sarà una bella montagna da scalare! L’aspetto negativo del campionato è che si corrono poche gare e ci sono delle pause molto lunghe tra una e l’altra. Il lato positivo è che conclusa la stagione, si riparte presto con quella successiva”.

Da veterano quale sei, non posso non chiederti un parere sui test F1 in Spagna…
“Ho visto una Ferrari molto veloce, sia con Leclerc sia con Vettel. Ovviamente leggere i test è molto difficile, considerando il degrado delle gomme, le numerose mescole che vengono sperimentate e i carichi di benzina che non si conoscono”.

Sei stato molto precoce nella tua carriera. Dei giovanissimi che stanno emergendo nel motorsport, quali elementi ti stanno colpendo di più?
“Seguendo il kart, posso confermarti che ci sono parecchi ragazzi giovani e promettenti. Rispetto a quando correvo io, oggigiorno, la differenza più grande che vedo è l’attenzione che viene riversata da parte di case costruttrici o grandi sponsor nei confronti di ragazzini che hanno un’età che va dagli 8 agli 11 anni. Penso che a quell’età dovrebbero pensare a vincere, sbagliare, piangere, ridere… sono così giovani! A fare sul serio si farebbe in tempo. Invece, vedo ragazzini di 8-10 anni accompagnati alle gare da mental coach, dal preparatore, dal coach… ok, i tempi sono differenti rispetto a quando correvo io, forse il livello dei piloti è cambiato, ma mi sembra ci sia un’esasperazione e una precocità eccessiva. Evidentemente il mondo delle corse è diverso e mi auguro per loro che questa sia la strada giusta per poter arrivare, ma personalmente non condivido questa esasperazione. Quando correvo in kart, vedevo campioni inarrivabili che poi quando sono arrivati in macchina non hanno trovato i risultati sperati. E anche viceversa. I risultati vanno presi con le pinze, impegnarsi sempre e dare il massimo, sia che questo significhi vincere o arrivare ottavi. Questi sono i consigli che mi sento di dare ai ragazzi che seguo. Migliorarsi sempre è una buona pillola per affrontare le gare”.

Che ne pensi della Formula E?
“E’ un concetto molto bello, una categoria nuova che corre nel centro delle città. Un evento di un giorno con grandi battaglie in pista. Feci un test con Venturi nell’agosto del 2017 e andò bene, ma devo dire che le auto full electric sono davvero differenti rispetto alle vetture tradizionali. La monoposto che provai apparteneva alla vecchia generazione e i piloti che guidano le Gen2 mi hanno parlato di differenze rilevanti e di un miglioramento. La Formula E è bella perché si corre nei centro città e le corse sono molto combattute, offrendo una formula di gare azzeccata e vivace. Le prestazioni attuali sono maggiormente livellate rispetto magari alla scorsa stagione, forse anche perché alcuni costruttori forniscono il motore elettrico ad altre squadre”.