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16 Dic [12:19]

Kubica e Sirotkin uniti
da un destino beffardo

Massimo Costa - Photo 4

Esattamente un anno fa, dopo la conclusione della stagione F1, eravamo qui a chiederci se Robert Kubica sarebbe stato scelto dalla Williams per il Mondiale 2018. Il test con la FW40 era andato molto bene, ma sul polacco si era estesa improvvisa l’ombra di Sergey Sirotkin, anche lui autore di un ottimo test e spinto forte dal budget messo in cantiere da SMP Racing. I dubbi di Kubica, che aveva intuito come sarebbe andata a finire, hanno poi trovato riscontro con la realtà e alla fine in Williams ci ha corso quest’anno il pur bravo e volenteroso pilota russo, che meritava certamente quell’occasione dopo una bella carriera sviluppatasi tra GP2 e World Series Renault.

Dodici mesi dopo, il destino a volte incredibile e beffardo, ha proposto lo stesso scenario, ma a ruoli invertiti. Sirotkin è giunto al capolinea, SMP Racing ha ritenuto di non continuare la sponsorizzazione con la Williams. L’oligarca Boris Rotenberg, ideatore da diversi anni del programma SMP per giovani piloti russi, ha definito “disgustoso” il comportamento della squadra diretta da Claire Williams durante il campionato, con sviluppi alla FW41 mai azzeccati, tecnici che se ne sono andati, e quindi ha deciso che i suoi soldi (15 miloni) il team di Grove non li avrebbe più visti.

A farne le spese l’incolpevole Sirotkin, quasi stordito per dover lasciare la F.1 dopo averla a lungo inseguita: “Nel 2019 avrei dovuto raccogliere quanto seminato durante questo difficile campionato, sarebbe stata una cosa logica, e invece mi ritrovo senza volante. Non è giusto, ma capisco la decisione di SMP, arrivata dopo una riunione alla quale ho partecipato”. Con Sirotkin fuori gioco, Esteban Ocon che in un certo senso aveva rifiutato la possibilità Williams già un mese fa (“Se accadrà ne sarò felice, ma solo per un anno…”), la squadra ha virato a occhi chiusi su Kubica. Che questa volta non si è fatto trovare impreparato creando le basi per portare alla Williams un budget più o meno paragonabile a quello di SMP. A supportare il suo rientro sarà così la compagnia petrolifera polacca PKN Orlen.

In un certo senso si potrebbe dire che è stata una fortuna per Kubica non essere pilota ufficiale Williams nel 2018 considerando la pochezza della FW41 che lo avrebbe sicuramente messo in cattiva luce. Trascorrendo un anno da terzo pilota oltre che da tester, Robert ha avuto la possibilità di farsi apprezzare per i consigli forniti e per la sensibilità nella guida mostrata nelle occasioni che ha avuto, dove ha potuto lavorare con calma, senza la frenesia di quella sorta di “shoot out” con Sirotkin del dicembre 2017.

Kubica si sente più sicuro rispetto a quando nel 2017 si era riavvicinato alle monoposto di F.1 con la Renault: “L’esperienza ora è tanta e so come comportarmi con questa generazione di macchine, quali sono le loro reazioni. Per quanto riguarda la FW42 ci stiamo concentrando per capire le cause che hanno contribuito a vivere questa annata così complicata. Con Russell sono certo che avremo un buon rapporto di lavoro, non ho dubbi sulle sue capacità e che ci aiuteremo a vicenda per crescere insieme alla squadra”.

Quando Kubica ha dovuto interrompere la sua brillantissima carriera in F1 per il noto incidente rallistico, era il febbraio del 2011, aveva 26 anni, 76 Gran Premi disputati, una vittoria e una pole all’attivo, una stagione da affrontare con la Lotus davanti a sé, un contratto con la Ferrari già pronto per il 2012 che il suo manager Daniele Morelli era riuscito a strappare con largo anticipo. Otto anni dopo, il ritorno in F1 a seguito di un lungo percorso non facile, passato attraverso il Mondiale Rally e la convinzione, prima inesistente a dir la verità, che riprendere in mano il volante di una monoposto di F.1 poteva essere fattibile. Non ci resta che aspettare il 18 febbraio, primo giorno dei test pre campionato, per capire quanto la FW42 potrà dare a Kubica. E quanto lui potrà offrire alla futura monoposto Williams.

Autosprint