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2 Apr [11:22]

La NASCAR a Le Mans nel 2023
Dal 1976 al futuro ibrido

Marco Cortesi

Pochi lo sanno, ma la NASCAR ha corso diverse volte a Le Mans. Ma ha corso anche su altre piste, anche in tempi recenti. Paul Ricard, Goodwood, Hockenheim, ovviamente nelle gare per vetture storiche. La notizia per cui il team Hendrick punta ad essere al via dell'edizione 2023 con una nuova Camaro, ha colto di sorpresa, ma non è priva di fondamenta storiche. Nel 1976, per festeggiare i 200 anni della fondazione degli USA, due vetture NASCAR attraversarono l'oceano con la benedizione di Bill France Jr, e presero parte alla 24 Ore di Le Mans. Una Dodge Charger e una Ford Gran Torino. Nessuna delle due vide la fine, anche se la Torino resistette per oltre 100 giri. La stessa Torino, è stata poi vista correre nella serie Endurance storica ed è tornata anche a Le Mans nell'edizione Classic.

Perché una NASCAR nel Garage 56 a Le Mans
Oggi la partecipazione si basa su fondamenta un po' diverse. E' ancora vista come un segno di unità, ma anche una premiere tecnologica dato che riguarda il Garage 56, l'entry riservata ai progetti alternativi. Infatti, la NASCAR next-gen in pista sarà dotata del sistema ibrido che debutterà in pista negli USA per il 2024. Già quest'anno, la serie ha vissuto una rivoluzione, con l'arrivo di una vettura moderna, con sospensioni indipendenti sulle quattro ruote, cambio sequenziale, monodado, progettata secondo canoni meno datati con l'aiuto di Dallara. Comunque, non esattamente avveniristica, dato che il telaio rimane in traliccio, il cambio manuale e così via. Il discorso è diverso per quanto riguarda il futuro componente ibrido, che tra l'altro potrebbe essere molto simile a quello usato sulle LMDh. Dal punto di vista commerciale NASCAR sta puntando a un nuovo pubblico, più consapevole dell'aspetto tecnologico e più diversificato. La decisione per Le Mans potrebbe anche essere vista come un tentativo di guadagnare più appeal da questo punto di vista.

Tanto lavoro da fare nell'adattamento
L'idea, oltre che mettere in mostra e testare la nuova tecnologia, realizza un sogno di Rick Hendrick, il più celebre Team Principal d'America, che porterà una sua Chevy. E di expertise tecnica ce ne sarà bisogno. Mentre negli anni '70 la Dodge si classificò in maniera tutto sommato dignitosa tra le Porsche RSR, le NASCAR di oggi sono molto più lente delle più lente vetture in pista a Le Mans. Tanto per dire, la peggiore GTE-Am dell'ultima 6 ore di Austin si è qualificata in 2'03. La pole della recente gara NASCAR al COTA è stata in 2'12. Tanto lenta da essere quasi pericolosa se la rapportiamo a una 24 Ore di Le Mans che vedrebbe una "chicane mobile". Gomme più performanti, assetto e motore più "liberi", con l'aggiunta dell'ibrido, potranno contribuire a colmare parte del gap.

Anche per l'ACO un utile esperimento?
Ma anche per l'ACO l'esperimento potrebbe essere interessante. L'organizzazione è sempre alla ricerca di una progressiva riduzione prestazionale per evitare che le vetture diventino troppo veloci, sia in assoluto, sia per il grado di omologazione della Sarthe (che non è omologata di grado 1 e non potrebbe diventarlo). L'arrivo della NASCAR potrebbe permettere di capire come funzionerebbe l'arrivo di auto di uno step inferiore per il futuro.