Marco Cortesi
La NASCAR ha presentato tramite un evento in diretta le nuove vetture che animeranno la serie a partire dal prossimo anno. Molte informazioni erano già disponibili sulle nuove macchine: mancava però il “colpo d’occhio” estetico con le tre carrozzerie dei costruttori, segnatamente Chevy con la Camaro, Ford con la Mustang e Toyota con la Camry. Il risultato è quantomeno impressionante, più che per la tecnologia, per l'aggressività delle linee e il relativo equilibrio delle forme.
Il progetto per l’evoluzione della serie è partito un anno e mezzo fa con lo sviluppo della piattaforma, con l'impegno di Dallara nella progettazione, e è continuato con vari test che hanno visto protagonisti i piloti dei tre marchi. Dopo il primo prototipo ne erano arrivati altri, per testare a fondo l’interazione in scia, e il programma è stato deliberato.
L’investimento è stato alto, e lo sarà anche per i team che dovranno cambiare tantissimo nelle loro procedure e dotazioni. Tuttavia, l'obiettivo è di “scardinare” la necessità di usare vetture fisicamente diverse per tipi di piste differenti. Nell’idea della “Next Gen”, un team potrebbe correre tutto l’anno con la stessa macchina.
Telaio modulare monofornitoreL’innovazione è enorme, a partire da un telaio ancora in acciaio ma modulare, con carrozzeria in compositi, per massimizzare la versatilità. I telai saranno acquistati da un singolo produttore: un altro cambiamento importante, anche se di fatto il design tecnico degli chassis attuali era lo stesso, solo realizzato in modo "custom". L’aerodinamica sarà più completa con splitter e diffusore evoluti, e componenti regolabili sempre nell’ottica di adattare la stessa vettura a diversi tipi di pista.
Addio assale rigido e cambio ad H
Ma la filosofia sarà totalmente diversa anche come sospensioni. Addio ponte rigido al posteriore, benvenute ruote indipendenti. Così le vetture potranno essere più “intercambiabili”, e tutti come setup partiranno da zero, per favorire eventuali nuovi innesti di squadre. Cambiamenti anche per le gomme e per i cerchi. Si useranno dei BBS da 18 pollici con profilo ribassato e monodado. Inedito anche il cambio con l’addio al quattro marce ad H e il debutto di una trasmissione sequenziale Xtrac a cinque rapporti
Cambia tutto ai pit-stop
Tutto nuovo al pit-stop. Oltre al singolo dado, non si vedranno più taniche del carburante ma un sistema simile a quello dell’IMSA, con aggancio rapido del bocchettone.
Elettrificazione in stand-by ma... obbligata
Per i motori, se ne riparla per il 2023: fino a quel momento si utilizzeranno i tradizionali V8, ma l'obiettivo è di introdurre delle unità ibride, con componenti in comune. La coincidenza di date con la classe endurance LMDh (anch'essa con ibrido monofornitore) potrebbe essere non del tutto un caso.




