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8 Gen 2022 [8:49]

La crisi degli ingegneri
I team americani si organizzano

Marco Cortesi

C’è carenza di ingegneri nel mondo del motorsport e in particolare in quello americano. Non è una situazione che riguarda solo le corse, dato che da tempo si parla in tutto il mondo di posti di lavoro altamente specializzati che non trovano nessuno per occuparli. Tuttavia, la situazione sportiva attuale ha accentuato la problematica: il forte momento di benessere dell’IndyCar si sta unendo al boom che in prospettiva stanno vivendo l’IMSA e in generale il mondo dei prototipi con tanti nuovi costruttori, oltre al totale rinnovamento che la NASCAR ha scelto di attuare per il 2022.

L'endurance attrae i talenti
Ci saranno almeno infatti almeno 10 marchi la via della stagione di durata 2023, con tante strutture che sono già in corso di formazione, se non nel pieno del lavoro di sviluppo. Dall’altra parte, tanti team dell’IndyCar stanno aumentando le proprie dimensioni, proprio l’ottimo bilanciamento che da patron Penske è riuscito ad offrire alle scuderie sta portando altri ad effettuare valutazioni in questo senso. Nelle ultime gare della stagione 2021, in media ci sono state 27 vetture sullo schieramento, e tutte competitive. Coloro che sono interessati a restare nel campionato e ben figurare, devono fare investimenti tecnici e umani, tanto più che a breve si inizierà con i test dei sistemi ibridi.

In IndyCar si mischiano le carte
Tutte le scuderie si stanno contendendo le migliori “teste” o si stanno ristrutturando per cercare di ottimizzare il personale. Oltre a Romain Grosjean, ad esempio Andretti ha strappato al team Coyne anche Olivier Boisson, artefice in parte delle buone prove del connazionale francese. McLaren ha invece “rubato” l’ingegnere di Josef Newgarden in Penske. Mentre il Capitano, ad esempio, ha spostato l’ingegnere di Scott McLaughlin sul programma Porsche LMDh, rimpiazzandolo con Ben Bretzman (nella foto) lasciato libero proprio dall'addio del francese.

In NASCAR si rivalutano gli ingegneri...
Situazione ancor più particolare in NASCAR. I team si troveranno davanti una vettura molto più moderna come concezione, che richiederà un boost al comparto ingegneristico, fino a qualche tempo fa sottovalutato. Basti pensare che lo stipendio di un meccanico del pit-stop, era fino al 50% più alto in media di quello degli ingegneri. Ora, la necessità di ripensare completamente il reparto performance, unito alla scarsità di… materia prima, porterà forse ad un allargamento degli orizzonti, e ad una competizione ancora più esasperata.

DALLARAPREMA